Il digitale ha rovesciato il tradizionale modello di percorso lineare che portava i consumatori ad acquistare. I Social Media hanno certamente giocato un ruolo in questo processo, un ruolo più sottile ma non di indirizzamento del cliente all’acquisto diretto.
Secondo la ricerca realizzata da L2 Think Tank si è evidenziato quello che ormai tutti conoscono, ovvero, che dai social non arriva traffico utile all’acquisto.
Tra tutte le sorgenti di traffico, i motori di ricerca (inutile dire che si parla di Google) hanno dominato, portando il 35,5% del traffico ai venditori, seguito da navigazione diretta sul web (33,9%) ovvero gente che conosce il sito o è consigliata da amici, i referrals (18,4%) e-mail (8,7%). I social media hanno sviluppato solo il 2,4% del traffico, sopra solo gli annunci display, ormai giudicati come inutili dal mondo intero, che ha portato l’1,1% dei visitatori sui siti di vendita al dettaglio.
Cosa viene da pensare leggendo tutto questo?
Lo sciocco penserà: “ecco vedete, tutto deve essere basato sulla SEO, link a pagamento e buoni siti affiliati che pompino visite al sito di ecommerce”.
Sono parzialmente d’accordo (o parzialmente sciocco :D ), il problema è che se uno puntasse tutto su questo creerebbe un meccanismo ottimo per veicolare in maniera veloce e gestita la visibilità immediata, ma che non potrà farvi diventare leader della vostra nicchia di mercato.
Per fare le cose correttamente, secondo quello che consiglio io (altri diranno il contrario certamente), si deve puntare sul sito e cercare di valorizzare con tutti gli strumenti quest’ultimo. Gli strumenti a pagamento come le Ads di Google, Dem e affiliazioni con siti leader del settore hanno un costo alto che andrà ad incidere sul prezzo e sui margini di vendita, può essere utile nei primi mesi e nel lancio di nuovi prodotti ma utilizzare esclusivamente questo metodo (a meno che non abbiate stratosferici margini sui prezzi) rischia di farvi del male.
Quindi il mio consiglio è affiancare a queste tecniche la valorizzazione sul fronte sociale e contenutistico del sito, creando giornalmente contenuti di ottima qualità verticali che parlino dei vostri prodotti e notizie inerenti. Condividerle e farle ricondividere (se il contenuto è buono non avrete problemi) e attraverso i profili sociali tenere il controllo di quello che il pubblico dice al riguardo dei vostri prodotti e quelli della concorrenza. Coinvolgere blogger e opinionisti per far si che parlino di voi. Prestare attenzione alle critiche e rispondere.
Ora la SEO si fa sia con link provenienti da siti di qualità che dalle conversazioni sui social media e non ritenere importanti questi ultimi è un grosso errore che non dovete permettervi. Perché se è pur vero che non venderete direttamente attraverso essi, sono utili a far prendere le decisioni e dare valore al vostro contenuto.
Con i social media abbiamo l’occasione di influenzare la decisione d’acquisto, offrendo contenuto di valore, educando l’audience e guadagnando la sua fiducia.
Le persone in rete si fidano piuttosto delle informazioni trovate in rete al momento giusto, e non spinte dalle aziende nei messaggi pubblicitari quando non ne hanno bisogno. Concordo quindi che non dobbiamo sottovalutare le potenzialità dei social network.