Se parli di qualcosa senza fare riferimento alla tua esperienza personale i lettori potrebbero pensare che stai copiando un articolo trovato su Google. Scrivere non serve solo a trasferire fredde informazioni, ma anche a esprimere emozioni, ispirazioni e opinioni. Puoi utilizzare la parola per trasferire dati o nozioni, tuttavia non sarà questo a fissare il ricordo di te in chi ne fruisce. Devi avere l’obiettivo di creare connessioni e non solo di informare le persone.
Lascia che ti faccia un esempio:
“Inserire le parole chiave corrette nella headline di LinkedIn aumenterà di molto la probabilità che tu venga trovato”
Hai letto un’affermazione vera, utilissima a chi usa LinkedIn, ma poco utile a farmi ricordare o ad aumentare la mia autorevolezza. Provo a scrivere la stessa identica informazione in un modo diverso:
“A volte LinkedIn mi stupisce, lo studio da quasi otto anni e osservo che la semplicità è la migliore strategia in questo luogo. Hai mai notato che se cerchi “programmatore PHP” nel campo di ricerca di profili professionali otterrai come risultato un elenco di professionisti che hanno scritto la stessa identica cosa nella loro headline? Funziona.
Tempo fa lo consigliai in un mio corso ad una giornalista scientifica e dopo un paio di mesi mi scrisse una mail piena di gratitudine per essere stata assunta da una grande azienda farmaceutica. Noi ad inventarci bio complicate e piene di storytelling quando bastano due sole parole per essere assunti: quelle che i recruiter cercano!”
Avrei potuto ma non ho voluto esagerare in quello che ho scritto sopra. Come avrai notato, oltre all’informazione, esce la mia umanità, il fatto che faccio corsi e che le persone mi apprezzano perché ottengo risultati. La fredda informazione è utile solo per chi la riceve, quindi non puoi dispensare tecnica senza ottenere in cambio il valore.
Stai donando il tuo prezioso tempo cercando di formare, aiutare e supportare gli altri, il minimo che tu possa ottenere in cambio è un altrettanto prezioso valore percepito, la connessione e la vicinanza di chi ti ascolta.
Ti verrà restituito lo stesso valore che tu dai alle tue parole.
Raccontami la tua storia, chi sei e cosa hai fatto di fronte a qualcosa di drammatico. Dammi speranza, entusiasmo e qualche strumento perché possa farcela anche io, persino divertendomi. Questo, lo confesso, è quel che penso io quando leggo un articolo o un post, specie di quelli ce ritengo più autorevoli. Ed è quello che cerco di fare io nel mio blog. Perché si possa dire: vedi? Capito come si può fare? Ecco come anche io, con qualche adattamento, posso seguire la mia strada. Oppure: figo questo tipo, ce l’ha messa tutta e gratuitamente per darmi una gran bella dritta e senza conoscermi. Magari è la persona giusta che mi può aiutare. E si badi bene che questo lo si può fare anche nei commenti. Io da quando ho deciso di dedicarmici con calma, con attenzione ho dato una qualche lampada in più a giornate che altrimenti potevano restare un po’ più buie. E di conseguenza mi riscaldo così. La storia qui è questa: Riccardo accende il fuoco e ci mette un po’ di legna. A chi passa, commenta e condivide il compito di tenere acceso un bel fuoco per attraversare queste settimane un po’ oscure.
Ma tu hai un’anima poetica amico!
Che bello tornare a leggerti Skande! Tutto quello che dici nel post ho cercato di metterlo nelle cose che ho scritto di recente soprattutto su Facebook, sulla mia recente esperienza post-operatoria. Le mie parole – oltre ai like e ai commenti degli amici – sono arrivate a giornalisti di un settimanale locale, che ha voluto ripubblicare su carta stampata uno di quei post, e altri apprezzamenti sul mio stile di scrittura. Quando ci metti te stesso in quello che scrivi (senza esagerare, come dici tu) la comunicazione è efficace. E mi ha valso una tazza con il mio brand!
Vedi, bravissima amica mia!