Se stai cercando un nuovo lavoro, oppure sei disoccupato e vuoi iniziare una nuova carriera o sei semplicemente curioso di vedere quali opportunità ci sono là fuori, forse non lo sai, ma LinkedIn ha una funzione che ti semplificherà la vita.
Accedendo al tuo account, vedrai l’icona Lavoro nel menù in alto tra Rete e Messaggistica. Questa funzione, col tempo, è diventata molto più dettagliata e permette di fare una ricerca di lavoro così specifica da poter trovare l’occasione giusta per te.
Ricorda, prima di iniziare qualsiasi attività di ricerca e contatto, di curare il tuo profilo LinkedIn, aggiornando le esperienze e competenze.
Questo vale anche per le aziende che cercano: curare la pagina della propria azienda, prima di pubblicare su LinkedIn annunci di lavoro, è opportuno per ottenere l’attenzione dei migliori professionisti che non si fidano di aziende con un’immagine che non li convince. Sia per le persone che per le aziende un’immagine trascurata, informazioni mancanti o poco curate sono indicatori di poca professionalità.
Se sei in cerca di una nuova opportunità lavorativa, per prima cosa, accedi alla sezione Lavoro: lì puoi inserire qualsiasi parola chiave nella barra di ricerca e restringere i risultati in base alla posizione. Stai cercando lavoro nella zona in cui abiti? Nessun problema, digita la città in cui preferisci lavorare. Sei disponibile a trasferirti? Prosegui e inserisci la tua nuova città nella barra di ricerca.
Dopo aver fatto clic sul pulsante di ricerca, verrà visualizzata una serie di risultati, ciascuno con una descrizione dettagliata e ulteriori informazioni sulla società. I risultati ottenuti sono troppo generici? Utilizzando i filtri di ricerca aggiuntivi potrai focalizzare ulteriormente la tua ricerca.
Inoltre, hai la possibilità di impostare un avviso, così LinkedIn ti invierà una notifica quando viene pubblicato un nuovo annuncio che corrisponde ai tuoi criteri di ricerca, o di salvare un annuncio se non sei sicuro di volerti candidare subito, ma vuoi comunque tenerlo sotto controllo.
È importante anche seguire i contenuti che posta l’azienda per cui ti vuoi candidare e vedere chi già ci lavora. Potresti anche filtrare i risultati tra gli attuali dipendenti e visualizzare chi delle tue connessioni lavora lì. Dopo tutto, LinkedIn è una piattaforma di connessione e ti fornirà il modo migliore per la tua prossima opportunità.
Ora, pensi di volerti candidare per la posizione che hai trovato? Se scorri verso la fine dell’annuncio, vedrai una nuova funzione inserita da poco su LinkedIn, utilissima per chi è un lavoratore pendolare o valuta di diventarlo, che indica il percorso e il tempo per il viaggio.
Grazie a questa funzione, puoi collegare il tuo indirizzo, inserire a che ora partirai e vedere quale sarà il tempo di percorrenza fino al lavoro con il traffico. La ricerca di LinkedIn infatti non è perfetta, e se anche hai svolto una ricerca a livello locale, questa potrebbe mostrare risultati che non si adattano del tutto alle tue preferenze, e questa funzione ti può tornare utile.
Questi sono solo alcuni dei tanti aspetti che la funzione Lavoro di LinkedIn offre.
Se invece ti trovi bene nella tua azienda nulla vieta di utilizzare la funzione per vedere le novità e le nuove richieste che ci sono nel mercato del lavoro.
Se lavori per un’azienda che sta assumendo, ti consiglio vivamente di pubblicare le posizioni aperte su LinkedIn. Sono molti che cercano da lavorare attraverso questo strumento e otterrai candidati che conoscono le moderne tecnologie e le sanno valorizzare. Un buon punto di partenza per te e per la tua azienda.
Se ti interessa trovare lavoro, oppure clienti, con questa piattaforma ti ricordo che puoi scaricare gratis il mio libro “LinkedIn Personal Branding“.
Facile o difficile sono due concetti astratti e la cui percezione dipende dal momento temporale. Era facile ammalarsi di TBC. Adesso è difficile. Perché? Perché la medicina si è evoluta. Era facile trovare lavoro negli anni 80 perché le professioni erano definite intorno al bisogno ed all’offerta lavorativa. Adesso è difficile perché l’offerta lavorativa si è evoluta. Quindi dire “è facile trovare lavoro su linkedin” direi che circoscrive il tema a coloro i quali hanno competenze che si sposano con l’offerta formativa. Non è facile e non è per tutti. È più facile che un hydraulic engineer trovi lavoro su linkedin. Ma direi che anche l’idraulico che non ha linkedin può trovare lavoro. L’offerta lavorativa tradizionale è ancora quella degli anni 80 solo che non passa da linkedin. Sappiatelo.
Gli anni ’80/’90 sono finiti, sono stati il periodo in cui la politica ha generato l’enorme debito pubblico che ora dobbiamo rimborsare. Ora è il tempo di un’economia più attenta all’investimento. Le risorse umane costano care e sono un importante investimento; proprio come fai tu quando acquisti un’auto valuti prezzo, caratteristiche e accessori e le confronti con il resto dell’offerta. Le aziende nei tuoi confronti si comportano allo stesso modo.
Chi opera nel marketing è abituato alla dura legge della domanda e dell’offerta. LinkedIn è una piattaforma neutra che associa domanda a offerta. Tocca a te distinguerti dal resto di questa. LinkedIn è facile da usare, su questo non si discute.
Tuttavia, un laureato in lettere e filosofia che ha studiato molti anni, ottenendo così una cultura superiore è – purtroppo – meno richiesto (e pagato) di un 18 enne con la terza media che sa programmare in PHP.
La domanda regola i prezzi e il mercato
Gli anni 80 sono finiti, ma la loro ombra nefasta sulla società continua, e continuerà per molto tempo. Tendo a giudicarlo come il peggior decennio dell’ora moderna, peggiore persino del decennio a cavallo degli anni 40 che ha portato 55 milioni di morti in Europa. Ma dopo la guerra c’è stata una presa di coscienza collettiva e una ricostruzione che ha portato pace e benessere, dopo secoli di guerre e distruzione.
L’effetto degli anni 80 invece è invisibile ai più, come diceva un politico italiana, è un onda lunga, che si è trasformato in tsunami.
Scusa l’OT, quando leggo anni 80 mi si chiude la vena :-)
Alessandro
Diciamo che se c’è, è più semplice trovare lavoro su Linkedin che su altre piattaforme di ricerca lavoro.
Se c’è, appunto. Ci ho messo circa 8 mesi a trovare un nuovo impiego e la difficoltà era territoriale (dovrebbe essere incentivato lo smart working come politica ambientalista, e invece siamo terribilmente indietro…).
Poi Linkedin non può mica risolvere i problemi di disoccupazione del paese… Il mancato incontro tra domanda e offerta dovrebbe essere materia delle istituzioni.
Non è compito di LinkedIn risolvere i problemi del nostro paese, tuttavia essendo un “marketplace” ci sono figure professionali molto richieste introvabili (che trovano lavoro in poche ore) e altri che non sanno differenziarsi dall’enorme offerta di ruoli ormai poco richiesti. Sta a noi, singoli utenti, creare la nostra opportunità. Non basta un profilo per essere assunti, bisogna darsi da fare ;)
Ciao Riccardo, spero mi perdonerai per questo commento per dir così, fuori tempo massimo, ma stavo recuperando un po’ di letture arretrate e non ho potuto non soffermarmi su questo argomento, che ho io stessa tentato di sviluppare in una mia personale riflessione (https://jaderimondi.it/linkedin-come-mi-ha-permesso-di-trovare-lavoro/).
Proprio un anno fa leggevo Linkedin Formula, che mi ha aperto gli occhi, mi ha dato slancio e prospettiva permettendomi, in meno di due mesi, di afferrare una buonissima opportunità.
Ed è vero, Linkedin è uno spazio che può ripagare gli sforzi di posizionamento – o ricollocazione, come nel mio caso – che un professionista compie per valorizzare o rilanciare il proprio profilo. E proprio in quanto “spazio”, occuparlo e basta non serve a nulla, occorre capire come utilizzarlo, come ritagliarsi la propria area vitale. E prima ancora, in molti casi, bisogna capire “chi siamo”. Ma questa…è un’altra storia ancora.
Grazie per la continua ispirazione che riversi in questo blog e che porti al tuo pubblico!
Complimenti, sono felicissimo di esseri stato utile. Bravissima!
Gentile Riccardo,
sono una lavoratrice, una di quelle in partite iva dietro cui si nasconde tanto lavoro nero.
Sono anch’io un fantasma, che deve nascondersi sotto una facciata candida, per venire incontro alle esigenze del padrone di turno.
Le ho passate un po’ tutte: lavoratrice senza contratto, a progetto, autonoma, con contratto part-time ma orario full time…. Ogni giorno a cercare di vendere le mie braccia e il mio cervello al miglior offerente, ricevendo in cambio – quasi sempre – meno di ciò che mi spettava.
Come molti “professionisti”, costretti a procacciarsi i propri clienti, mi sono rivolta a Linkedin. Il più grande sito di contatti professionali, dice più o meno la pubblicità. 500 milioni di utenti. Lì dentro ci si trova di tutto. Altro che le bacheche di annunci delle cabine telefoniche, altro che gli annunci pubblicati sulle riviste settimanali. Si parla di un enorme mare di persone, nel quale – se butti l’amo – trovi certamente qualcuno disposto a raccoglierlo.
Sarà difficile, dirà qualcuno. Ma no! Mica è un ufficio di collocamento! Bastano pochi dati per iscriversi, sia per chi offre che per chi cerca lavoro. Non viene richiesta nessuna garanzia, chiunque può dialogare e prendere un appuntamento. Ho incontrato due datori di lavoro su linkedin: due rappresentanti di aziende apparentemente serie. Il risultato? Il primo ha letteralmente “rubato” il mio lavoro. Mi ha chiesto di fare il lavoro in tempi brevissimi, dicendo che subito dopo mi avrebbe pagato. Ho consegnato, e il giorno dopo ho ricevuto una telefonata nella quale mi si diceva “grazie, ma non abbiamo bisogno di te”… Il secondo? Ancora peggio. Mi hanno promesso un contratto che rispecchiava le mie richieste. Io ho iniziato a lavorare; continuavo a chiedere di firmare il contratto e il datore di lavoro mi rassicurava che la data della firma sarebbe stata il giorno dopo… finché quel giorno è arrivato, ma mi è stato proposto un contratto ben al di sotto delle mie aspettative. L’alternativa? Rimanere a casa.
Beh… sono tornata a casa. Ma quanti possono farlo?
Ho un’attività avviata, dunque mi sono potuta permettere di voltare le spalle a un datore di lavoro disonesto.
Nonostante questo, però, non ho potuto evitare la “trappola”. Una trappola fatta di continue e insistenti telefonate per avere il lavoro in tempo; continue pressioni, richieste di modifiche, e di accelerazioni, per provvedere alle richieste di una azienda che aveva la necessità di partecipare a grandi manifestazioni, o di soddisfare le richieste di clienti importanti.
Possibile che in tanti siano lasciati così in pasto a chi non ha altro obiettivo che aumentare i suoi profitti a discapito di qualcun altro? Possibile che una piattaforma, un social network, possa funzionare come ufficio di collocamento? Possibile che nessuno dei datori di lavoro che si rivolgono a questa rete debba dare alcuna garanzia?
Se Linkedin gestisce una rete così grande di compratori e venditori di forza lavoro, vuol dire – di – che 500 milioni di persone sono tornate, grazie a questo strumento, a una contrattazione individuale del rapporto di lavoro, che evidentemente molte volte è un rapporto di lavoro a nero.
A volte immagino a quante persone possono ritrovarsi nelle stesse situazioni in cui mi sono trovata io, senza poter reagire, e allora mi chiedo come sia possibile rimanere in silenzio e fare finta di nulla.
Spero che questo appello non cada nel vuoto, spero di raccogliere altre testimonianze di questo tipo, spero che chi ha il dovere di vigilare su situazioni come questa, prenda sul serio questa storia, inizi a fare controlli mirati, perché nessun altro debba diventare un fantasma, un lavoratore “inesistente” e senza diritti.
Ciao Vincenza,
grazie per la tua testimonianza, ma quello che descrivi è un maledetto incidente di percorso. Non ci sono solo aziende e persone inqualificabili, come quelle che hai incontrato tu, hai avuto una discreta dose di sfortuna. Tuttavia la tua esperienza è utile a tutti per diffidare da certi soggetti e prendere le dovute cautele o informazioni su chi ci approccia. Grazie amica