Vi ricordate una decina di anni fa, quando qualsiasi blogger che si rispettasse intrecciava relazioni e ricercava lo scambio link con amici e colleghi? Allora nelle sidebar dei siti vi erano lunghissimi “blogroll” pieni di link ceduti in cambio di una reciprocità. Poi Google decretò che ciò era il male assoluto e penalizzo tale pratica (anche se ancora qualcuno che mi chiede di fare scambio link nella mail lo trovo). Successivamente fu introdotta la pratica del “guest post“, ovvero, l’offerta di articoli esclusivi e ben realizzati che contenessero il link al sito dell’committente. L’offerente spesso offriva anche un piccolo contributo economico per favorire tale pratica, specialmente nei blog di maggiore successo. Questo sistema funziona ancora e se fatto con grazia è tollerato e premiato nelle SERP di Google.
Secondo Chris Abraham in un post su business2community, grazie al recente aggiornamento dell’algoritmo “Hummingbird“, Google è saltato idealmente sul “carro di Klout” nella ricerca dei migliori “influenzatori” della rete. I siti web che ospiteranno autori dalla consolidata energia conversazionale saranno premiati nei risultati organici. Questo non significa, secondo l’autore, che tutto ciò che è stato fatto di buono fino ad ora in termini di link inbound non vada bene, ma solo che avrà meno grinta.
Da oggi i corporate blog devono strutturarsi per ospitare autori rilevanti in modo da intercettare le nuove esigenze di Google in fatto di attribuzione dei contenuti e conseguente aumento del prestigio del portale. Anche “l’authorship ospitata” dovrà essere finalizzata alla scrittura di un post che sappia farsi trovare con l’argomento cruciale del committente.
Stiamo facendo i primi passi in questa nuova era in cui le SERP saranno popolate da facce prima che di loghi di brand.
Molti nei giorni scorsi si sono lamentati sulle varie piattaforme sociali rispetto all’articolo sul Google Author Rank, dicendo che è una direzione che premia gli autori di un social network inutile e inutilizzato.
Anche se non ha la vivacità di Twitter e Facebook, negli ultimi mesi, le interazioni sono aumentate moltissimo e Google ci crede e sta fondando la sua intelligenza collettiva proprio su questi segnali sociali. Gli incroci di link hanno avuto vita breve e non hanno mai saputo dare la risposta ad una domanda cruciale: “qual è il migliore risultato?”.
Che la rivoluzione abbia inizio, peggio di prima non si potrà fare.
Dagli scambi link ai “top Google influencer”
LA SCIMMIA NEL CASSETTO
Liberati dal giudizio degli altri, apriti alla narrazione e scopri chi ti apprezza
La vita cambia solo nel momento in cui prendiamo una decisione nuova, ragionata, sostenibile e ci impegniamo per realizzarla. Quando facciamo uscire la scimmia dal cassetto. Perché in un qualsiasi racconto di successo il protagonista non è l’eroe, ma chi si appassiona alla narrazione.
Formatore e consulente in ambito Marketing, Branding e Comunicazione.
Ho fiducia nelle persone che vogliono crescere, lavorare e formarsi. Credo in un marketing elegante, etico e creativo.
Ho scritto i libri: Fai di te stesso un Brand, Dimmi chi Sei, Rock'n'Blog, Promuovi te stesso e Net Branding.
Ci sono 2 commenti
2 commenti
alla domanda: “qual è il migliore risultato?” Una possibile risposta potrebbe essere: Il risultato migliore è quello che si avvicina il più possibile all’obiettivo. L’autorevolezza delle fonti – dati,informazione,conoscenza,comprensione,saggezza – , appunto la conoscenza, “dovrebbe “avere come presupposto che: “non esistono fonti ideali e tutte le fonti possono portarci all’errore una volta o l’altra”. Se all’interno della “stanza intelligente” se riesci a condividere questo “valore” , si potrà “esercitare” la razionalità come attitudine critica verso i problemi – prontezza a imparare dai nostri errori -, “ generando” con esso un “pensiero collettivo” a cui è più importante imparare da altri che avere ragione. Quindi creando “cultura”. Essere “aperti” alle “opinioni”, lasciando volentieri criticare le proprie idee da altri e vice versa, ci consente di acquisire “un atteggiamento di chi cerca di risolvere il maggior numero di problemi, mediante un appello alla ragione, piuttosto che alle emozioni e alle passioni”.
Se è questo l’obiettivo di fondo di Google influencer, allora i risultati possono portare ad una miglior qualità sia della rete sia delle social community. Grazie.
Le fonti: David Weinberger , La Stanza intelligente – la conoscenza come proprietà della rete, 2012, XV-271 p.,Codice Editore.
K.Popper, Le fonti della conoscenza e dell’ignoranza, 2000, 121 p., Il Mulino.
MA è giusto che sia così, però l’indicizzazione su yahoo si fà ancora con il vecchio stile…