Negli anni ’80 il bancario, il giornalista o l’agente di viaggio erano lavori ambiti che assicuravano una carriera lunga e ben remunerata. Poi, abbiamo visto cosa è successo.
La velocità con cui le trasformazioni avvengono è destinata ad aumentare. Sei milioni di lavoratori britannici sono minacciati dalla probabile sostituzione da parte di macchine nei prossimi dieci anni. Lo scrive il Guardian, che esorta i sindacati e il governo a prepararsi a sostenere i lavoratori a rischio.
Computer e macchine più efficienti, la propensione delle persone ad utilizzare servizi online e l’eccessivo costo del lavoro sono i maggiori fautori di questa veloce trasformazione.
L’unica cosa su cui puoi scommettere ora è il cambiamento.
Una rapida trasformazione, dettata dalla velocità con cui possiamo ottenere effetti e informazioni attraverso lo smartphone che tutti abbiamo in tasca. Nessuno ora, nel 2018, si sognerebbe mai di fare la fila in banca per un bonifico, eppure solo dieci anni fa era la regola.
Il nostro cervello si sta adattando per ottenere la risposta semplicemente estraendo lo smartphone dalla tasca. Quindi, prima di un incontro di lavoro con una persona che non conosci, cosa fai? Lo cerchi online. Quando ti serve un determinato professionista? Lo cerchi online. Cosa fai dopo aver conosciuto un possibile cliente ad una fiera? Lo cerchi online. Qualsiasi informazione tu voglia ottenere cerchi sempre online.
Cambiare è una cosa per pochi. Significa affrontare un viaggio da uno stato mentale a un altro che implica una forte dose di stress. Adesso, puoi ancora decidere se rimanere rilassato nell’incertezza che tutto per te rimarrà come prima o iniziare uno stressante percorso di crescita e di cambiamento.
Nei prossimi anni le dinamiche con cui facciamo affari, prendiamo decisioni o troviamo lavoro affonderanno sempre di più le loro radici in ciò che vediamo online. Se vuoi ti basta poco investimento per rimanere coerente e raccontare le tue competenze online. Un impegno quotidiano che comporta una dose di stress, ma che tra qualche anno ti permetterà di essere esattamente dove gli altri ti cercano. Quindi, perché rimani bloccato evitando la sfida quando è così chiaro che un certo tipo di cambiamento è nel tuo interesse?
Cambiamento è cambia-mente diventando un’opportunità, ora sempre più importante e impegnativa anche con un semplice click o una sola diversa lettera …”change is chance”.
La seguo.
Grazie Lucia!
Caro Riccardo, molto forte e significativo, questo tuo post che parla della sfida delle sfide, il “cambiamento”. Nulla di più forte c’è del mettersi in discussione: di questo si tratta,quando parliamo di cambiamento. E la domanda che ognuno di noi, secondo me, si deve porre, non è “Ce la posso fare anche io?”, ma “Ho l’umiltà giusta per cambiare?”. Non c’è vero cambiamento senza umiltà, è lei che fa tutta la differenza del mondo. Grazie dei tuoi segnali dal futuro ;-)
L’umiltà serve sempre, ma in questo caso è più una presa di coscienza, credo
“Ho l’umiltà giusta per cambiare?”. Non c’è vero cambiamento senza umiltà, è lei che fa tutta la differenza del mondo. Grazie dei tuoi segnali dal futuro ;-)
Hai ragione Dino, serve quella dose giusta!
Ottimo articolo Riccardo!
Il cambiamento è nella natura delle cose ed oggi è sempre più rapido.
Il vero cambiamento da affrontare è quello mentale, al nostro interno. Orintarsi verso le opportunità, prendere consapevolezza dei nostri punti di forza e di cosa ci serve per cavalcare il cambiamento esterno è il percorso più complesso, più stressante (ti cito), ma è l’unica via che fa acquisire flessibilità, lungimiranza e competenze necessarie.
In un’unica parola: crescere! (con tutto lo stress che questo comporta)
Perché più di dieci anni fa decisi di registrare e usare un dominio web con il mio nome e cognome, imitando per altro chi lo aveva fatto ancor prima di me e perché continuo più che mai ad aggiornare il mio blog in piena epoca di boom dei social? Io partì dall’idea che la mia casa sarebbe stata il mio sito web: il punto di partenza da cui progettare tutto. Finché pago l’hosting niente e nessuno potrà togliermi il cuore del mio personal Branding. Sui social si è sempre un po’ precari. Il proprio sito web è la casa fondata sulla roccia, la vera sicurezza che in tanti, anacronisticamente, cercano ancora in qualche lavoro dipendente. Il lavoro sei tu, la tua stessa persona, le tue capacità, le tue curiosità, le tue relazioni, ciò che pensi e condividi ogni giorno. Riccardo Scandellari docet!
Se stato MOLTO lungimirante e saggio! Complimenti Giuseppe!
Esattamente Scandellari. Tutti i lavori sono a rischio, compreso il mio di ingegnere civile é passibile di riduzione, non da semplificazione burocratica ma da strumenti.
Forse, solo i dipendenti della PA sono esenti da questa dinamica :D
Mah, ti dirò, da dipendente PA che anche qui c’è del cambiamento… purtroppo in peggio rispetto agli anni passati per molte cose, mentre assistiamo a una timida presa di coscienza rispetto al “posto sicuro”. Quando sento ai TG dei “furbetti del cartellino”, non è solo quell’Ente ad essere additato ma pure io, lavoratrice onesta (e sfatiamo pure il mito che nel pubblico non si lavora… si lavora eccome! ). E i primi licenziamenti ci sono già stati.