Da sempre sono interessato a generare attenzione nelle persone. Non mi basta che facciano like, commentino, condividano o che semplicemente mi vedano. Voglio ottenere facce stupite, divertite, interessate o piene di gratitudine.
Tutto questo si ottiene attraverso i contenuti. Il contenuto che prediligo per inclinazione personale è il testo. Il testo che sopravvive in questa epoca in cui la tecnologia valorizza le immagini e il pathos che riescono a generare in combinazione con la musica. Sono questi, ora, i contenuti più cercati e apprezzati.
Tuttavia il testo mantiene ancora inalterate le sue potenzialità. Se rifletti bene, scopri che proviene dall’interno della persona che lo sta leggendo. Come se lo avesse pensato lui stesso. Ha sempre la giusta velocità: quella di chi legge. Sa essere evocativo di immagini e riflessioni proprie e non servite attraverso immagini. Può essere copiato, adattato e riscritto per renderlo nostro e unico. Proprio come sto facendo ora con un bellissimo articolo che ho trovato in queste ore.
Charles Bukowski diceva che “il segreto è nella riga. Frase per frase. Riga per riga”.
La chiave per convincere qualcuno a leggere consiste nel catturarlo una frase alla volta, assicurandoti che i tuoi lettori siano così stimolati da quella frase che vorranno leggere quella successiva. Che sarà altrettanto interessante per indurlo a continuare, senza fermarsi.
Robert Bruce ha scritto: “Possiedi questo tipo di amore per le tue parole? Rispetti il tuo mestiere abbastanza da restringere la tua concentrazione all’attenzione di una sola riga?
Non è facile. Non è veloce. Ma questo è l’unico modo che hai per rendere la tua scrittura immortale”.
In ogni riga ti giochi l’attenzione del tuo pubblico. Ogni riga deve essere necessaria e ben ponderata. Perché le persone non vogliono perdere il loro prezioso tempo su contenuti inutili, pigri o noiosi.
Tema che mi è particolarmente caro. Ogni giorno mi domando se devo continuare a scrivere sul mio blog o se invece dovrei virare la mia comunicazione su video o podcast. Ogni giorno mi chiedo se avrei più ascoltatori o visualizzatori rispetto ai lettori di oggi. Ogni giorno dubito. Poi però rifletto sul fatto che sento realmente mia solo la scrittura. Scrittura che, come dici bene tu, resiste al tempo, ai supporti e ai linguaggi quasi oltre ogni previsione.
Ognuno di noi ha un elemento comunicativo in cui riesce meglio, inutile sforzarsi di fare l’attore se non si possiede il talento o la giusta predisposizione. Tuttavia ti consiglio di provarci, non puoi sapere se fa o meno per te se non lo provi ;)
Il tuo è un ottimo consiglio. Un consiglio che io stesso offrirei ad altri. Ma trattandosi di me devo trovare forza e coraggio ;) Grazie.
Ciao Riccardo, grazie per il tuo prezioso articolo! Avevo letto un’altra cosa quando mi sono imbattuto nel profondo aforisma di Buko:-D
Cosa ci hai letto amico?
La prima consonante l’ho sostituita automaticamente con una “f”.
:D
Ciao Riccardo, hai mai pensato di creare una community di tuoi lettori? Mi piacerebbe scambiare con loro consigli o segnalare risorse con loro
Lo pensavo ieri. Chissà quante cose sanno i lettori di Riccardo? Probabilmente sono molto simili a me, giusto?
Al momento ne hai già una e molto bella ma dialoga solo con te. Non c’è un vero dialogo diretto tra noi. Mi sbaglio?
Tu hai ragione, l’idea mi piace, ma devo combattere con la mancanza di tempo. Non farei mai una community senza aver la possibilità di frequentarla o abbandonandola a se stessa.
Potrebbe diventare un’occasione incredibile di crescita per tutti. Ci rifletto, grazie per questo spunto Alessio
Hai assolutamente ragione, crearla per poi non seguirla diventerebbe un boomerang.
Da una parte molto lavoro lo stai già facendo, creando contenuti che diventano ottimi trampolini per le discussioni e rispondendo a moltissimi commenti che arrivano.
Io posso mettere a disposizione le mie competenze, dopo tutto ho imparato molto da te.
Che meraviglia! Grazie Riccardo per queste tue preziose parole. Con me hai pienamente centrato l’obiettivo e mi hai dato un motivo in più per continuare ad amare questo “mestiere”.
Che bello Lorenza, queste sono le cose per cui vale la pena scrivere!
Eccone un altro. Un post di valore che poteva tranquillamente fermarsi al primo paragrafo. Anche io sono di quelli che non si limita a mettere un “Mi piace”; mi piace pure argomentare. E, come te, amo scrivere, giocando a volte con le espressioni che la lingua italiana, i detti e le occasioni che di volta in volta si presentano.
Scrivere è anche arte: non sono solo parole messe insieme per fare una frase di senso compiuto. Dall’idea nasce il pensiero, rielaborato e messo nero su bianco può far nascere storie meravigliose. Come quelle che racconti tu.
Grazie amica mia!
Hai sempre la mia attenzione.
Ed immagina, nonostante questo, in libreria ho chiesto RIck’n’blog
Rick
Come Riccardo.
Giro la mia dislessia come tuo merito di brand
Ohh ma Rick’n’Blog mi fa impazzire. Che fikata!
Caro Riccardo,
hai ottenuto la mia faccia piena di gratitudine.
Obiettivo pertanto centrato!
Un abbraccio affettuoso,
Grazie Massimo! Un abbraccio anche a te!
Sempre ottimi spunti di riflessione !
Sì, sì, sì assolutamente sì! Il valore si crea nell’unità di misura, che per chi scrive è la frase ( oserei dire la parola) e per chi balla nel passo. Quando insegno tango insisto sempre nel dare valore ad ogni passo e non puntare solo alla sequenza/struttura. E’ nel singolo movimento che possiamo regalare colore e sapore… quel singolo movimento che solo ognuno di sai sa fare con il proprio vissuta e la propria personalità.
Grazie Riccardo
La scrittura è stata la prima forma di comunicazione permanente ed è alla base di tutte le altre. Prima di un film c’è la sceneggiatura, prima della musica c’è lo spartito, prima dei podcast ci sono le scalette. Anche in un racconto le parole che sembrano inutili portano il loro insostituibile contributo.