C’è una differenza sostanziale tra chi, in un momento di pausa, scorre le newsfeed dei maggiori Social Network è chi sente il bisogno di informarsi su un tema specifico. Entrambi hanno in mano uno smartphone, ma il primo è in un momento di pausa e di relax, scorre rapidamente i feed e si sofferma su ciò che attira la sua attenzione. Nel secondo caso, invece, la persona sente una specifica esigenza e tenta di soddisfarla attraverso l’ottenimento di un’informazione.
Questi sono due diversi obiettivi che hanno enorme influenza sulla qualità dell’attenzione. Ciò non toglie che, nel caso arrivasse un potente stimolo scorrendo la newsfeed, anche chi è in un momento di “stacco mentale” possa attivarsi e concedere la sua massima considerazione. Non è frequente, ma capita. Questo fenomeno si chiama Bisogno Latente: se qualcuno ricorda o propone qualcosa di cui ha bisogno, il soggetto si ferma ad ascoltare o addirittura ad acquistare.
La search funziona in modo differente. Il soggetto ha bisogno di un’informazione, un prodotto o un riscontro, li cerca attraverso Google, Booking, YouTube o Amazon e, dopo aver consultato qualche risultato, tende a fermarsi perché ha ricevuto l’informazione o ha acquistato il prodotto che cercava. Questo si chiama Bisogno Percepito e, se si è adeguatamente posizionati, offre il massimo della resa in termini di occasioni, denaro o attenzione.
La vera differenza tra search e social sta nel fatto che la prima pone di fronte a un rilevante problema di qualità del contenuto (o del prodotto) e del suo posizionamento nei risultati delle ricerche. Con il secondo i problemi riguardano notorietà, credibilità e un basso livello di attenzione del pubblico, a cui puoi ovviare attraverso le promozioni a pagamento su un vasta audience.
A questo punto spetta a te decidere: puoi puntare deciso sulla notorietà social, luogo non sempre facile dal punto di vista professionale o lavorare in maniera meno esposta sui contenuti e il loro posizionamento. Nulla ti vieta, come faccio io, di lavorare su entrambi; ovviamente questo comporta un maggiore dispendio di energie.
In base alla mia esperienza, non c’è una differenza sostanziale tra social e search se parliamo di tempo ed energie spese. Per essere rilevanti in almeno una di queste strategie, l’impegno nella creazione dei contenuti, comporta una buona dose di pazienza, costanza e creatività. Dipende anche dalla propria indole e dalla voglia di esporsi.
Queste sono le due più grandi arterie del marketing applicato al digitale per farsi conoscere e iniziare a tradurre i contenuti, la propria notorietà la propria reputazione in contatti e vendite. Il fine ultimo di qualsiasi attività di comunicazione ai fini professionali online.
Io sono molto più contento di chi arriva sul mio blog tramite una ricerca in google, rispetto a chi mi mette il like su un social, non diprezzo a dire il vero neppure il like ma resto sempre con un po’ di fame…
Credo di aver inteso molto bene questo post. Grazie
Grazie a te Ferruccio!
Grazie Riccardo Scandellari.
Invidio chi come te ha la capacità di esporre concetti che molti di noi conoscono già, esplicitandoli al meglio e permettendo quindi una ampia divulgazione.
Per esempio è da tempo che nel mondo digitale mi arrovello sulla scelta tra hashtag#Search e hashtag#Social, sia con i miei collaboratori che con i miei clienti.
Per certi mercati , tipo quello dell’energia, a volte mi vien da dire che gli investimenti sui Social siano quasi da accantonare.
Uno non sceglie la compagnia del gas, per esempio, mentre “cazzeggia” su Facebook.
In verità ritengo sia strategicamente fondamentale , anche per un’azienda che vende Luce e Gas essere presente in tutti i touch points frequentati dai propri clienti, attuali o potenziali che siano.
Se ragioniamo solo tatticamente non avremo vita lunga ed il prezzo rimarrà la variabile fondamentale,