Molti in questi anni hanno compreso che il contenuto ha la capacità di raccogliere l’attenzione delle persone e di farsi trovare al momento del bisogno, quindi è un efficace strumento di Marketing e vendita. Sfortunatamente la quantità di pubblico e la loro attenzione non aumenta alla velocità con cui vengono rilasciati i contenuti ed è diventato sempre più costoso e difficile competere sul loro posizionamento.
La saturazione dei contenuti (fonte) è un problema per chiunque voglia affermarsi con questi; quindi va attuata una strategia che abbandoni l’idea, ormai satura, del: “cerco un argomento, ne scrivo (o ci faccio un video) e mi posiziono come contenuto di riferimento”.
Pubblicare contenuti non ha alcun valore economico, è una perdita secca, a meno che questi contenuti non vengano condivisi e valorizzati da un piccolo o grande pubblico che li ritiene utili e interessanti.
Vista questa premessa; il posizionamento nei motori di ricerca lo possiamo ritenere a tutti gli effetti un auspicabile “incidente di percorso”, che ci auguriamo, ma che se rimaniamo realisti sappiamo che è difficilmente realizzabile o stabile nel tempo.
Quindi, in questo ambito così concorrenziale, si cambia paradigma passando da “quale parola o argomento occupare” a “da chi voglio ottenere attenzione? come faccio ad ottenere la sua fiducia? quanti contenuti adatti a lui devo pubblicare al fine di ottenere i suoi contatti e aprire un’onesta e conveniente (per entrambi) conversazione?”
Vincere nella gara dei contenuti è difficile, le prime tre posizioni sono sempre occupate da chi è arrivato prima o meglio di te. Perdere è una possibilità reale, statisticamente probabile e quasi inevitabile. Si tratta di essere vincenti perdendo. Perdendo con stile. I giudici, ovvero i tuoi lettori e i tuoi clienti, danno un grande valore al tuo stile. La fiducia in te nasce proprio da questo elemento.
Autorevole sostituisce posizionato
Inizialmente saranno pochi, ma grazie ad un contenuto opportuno e ben calibrato su chi vuoi ti ritenga un valido interlocutore, potrai ottenere i tuoi obiettivi.
Il posizionamento nei motori di ricerca e la popolarità sui social è per pochi, è un luogo in cui vince chi arriva prima oppure è una costosa attività che produce frustrazione se non sei un grande esperto in materia.
Gli annunci pubblicitari subiscono l’effetto della diffidenza e dell’altrettanta concorrenza tra chi tenta anche questo canale.
La soluzione alla saturazione dei contenuti
Molti marketer e imprenditori hanno l’ansia della misurazione, hanno delle slide da presentare a dirigenti o clienti. In queste slide spesso si osservano curve, sempre in rialzo, in cui si traccia il percorso di acquisto o di sviluppo della comunicazione aziendale. Ma ora il vero marketer è diventato il cliente. Oggi ottieni i tuoi obiettivi se le persone a cui ti rivolgi ti conoscono, hanno buone percezioni e parlano bene di te. Hanno in te una spalla sempre pronta a sorreggerli e tu li tratti come amici e non come clienti.
Questo per molti imprenditori che si sono formati negli anni 2.000 è un concetto totalmente spiazzante, molti non lo accettano e alcuni lo combattono. Si tratta di cambiare totalmente approccio al Marketing e alle vendite. Soprattutto perché questo genere di fiducia, che porta al passa parola, è difficile misurarlo e metterlo nelle slide dei rendiconti di fine anno.
Ora il Marketing richiede cura, generosità e coraggio per raggiungere risultati che solo pochi anni fa richiedevano un adeguato investimento di denaro. Ci vogliono imprenditori e manager capaci di assumersi dei rischi e un obiettivo a medio/lungo termine. Una cosa per pochi, per veri leader o grandi aziende.
Concludo con una citazione di uno che di contenuti se ne intende.
“Dobbiamo uccidere il Marketing che si guadagna da vivere con l’accesso al pubblico per brevi periodi di tempo affinché compri il nostro prodotto; e dobbiamo far rinascere un Marketing nuovo, che si basi sulla costruzione di un pubblico a lungo termine da mantenere interessato attraverso esperienze che ci pongano esattamente fra le prime opzioni di scelta quando sta cercano una soluzione.
Joe Pulizzi
È questo il Marketing del futuro: realizzare un ritorno a lungo termine grazie all’unico patrimonio che salverà i nostri affari, ovvero un pubblico nostro”
Il contenuto ora, prima che al posizionamento, va immaginato per un pubblico specifico, va ideato come se fosse un legante in cui trattenere questa attenzione nel tempo. Attraverso una connessione più salda rispetto al follow di qualche account social. L’obiettivo ideale consiste nel possedere l’accesso diretto a chi apprezza chi sei, come sei e quello che fai.
Grazie Skande per questo bel post di fine anno, che vorrei mettere assieme ad altri due spunti:
1) Nel 2013 usciva in raccolta il saggio di Baricco “i barbari. Sqaggio sulla mutazione”. La mutazione che prediligeva la superficie alla sostanza, la velocità alla lentezza, il tutto e subito al fatico per avere con consapevolezza.Una mia carissima amica me lo ha fatto leggere tempo fa, lo specchio dei nostri tempi mordi e fuggi, per tutti a sacrificio della qualità
2) Oggi ci sono dei nuovi movimenti, dalla Greta Tumberg per la lotta ai cambiameti climatici e in fondo per uno sviluppo sostenibile, alle Sardine che richiamano a una politica civile e di buone maniere.
Che non siamo di fronte a una nuova mutazione? Dalla barbarie al rinascimento civile? Dal marketing da una botta e via al marketing di relazione a lungo termine, di qualità?
O forse sto solo invecchiando…ma di sicuro per chi è nato negli anni ’70, quando la sostanza e la qualità facevano la differenza, questo sarebbe un po’ una new wave ;)
Sarò una visionaria ma io ci credo veramente che siamo nell’epoca del rinascimento civile, anche nel marketing, e che sia in atto un nuovo mutamento, una nuova consapevolezza sociale. Lavoro per questo.
Credo fermamente che siamo in una nuovo momento per l’economia e le persone. Dopo la sbornia edonistica e comunicativa siamo pronti ad una nuova consapevolezza e ad una nuova economia basata sull’ecologia, la qualità e il rispetto. Ci credo!
Ottima analisi che condivido in pieno. Sarà vincente chi avrà la capacità di lavorare nel lungo termine, di saper instaurare il giusto, diretto rapporto con chi lo apprezzi, il quale comprerà quando ne avrà bisogno non quando prevede il budget annuale.
Complimenti.
Grazie Stefano, lo sto vedendo fare da molti amici e clienti e stanno avendo risultati straordinari. Questa è la via
Ci credo da sempre anch’io e ho atteso con rassegnata pazienza che finalmente tornasse di moda la qualità. avresti qualche esempio che funziona da andare a vedere per ispirazione? Perché non costruire un db condiviso con esempi di successo di ” back to slowmarketing”?
Bellissimo “slowmarketing” lo dovresti registrare! :D
Bellissimo articolo. Credo anche io nel nuovo rinascimento, o almeno ci spero. Negli ultimi anni, un pò in tutti i settori, la qualità è diventato un problema, o meglio, lavorare in qualità è diventato un problema.
Mi occupo di formazione (progettazione di piani formativi finanziati) da molti anni e per me la qualità è sempre stato un grandissimo valore. Qualità e creatività per rispondere ai bisogni specifici delle aziende da un lato e delle persone dall’altro. Come è andata a finire? Taylorismo puro: una catena di montaggio del copia incolla dove a prevalere è la velocità di consegna per accaparrarsi il finanziamento. Appiattimento quasi totale. Provi a cambiare le cose? Si, e cosa accade? Devi andare via, devi cercare un’altra strada, devi intraprendere un altro viaggio. E allora buon viaggio verso il nuovo rinascimento!!! Questo è l’augurio che faccio a tutti e soprattutto a me stessa.
c’è poco da augurarselo, questo è l’unico modo che abbiamo oggi per essere rilevanti ad un pubblico che ha perso la fiducia. Il rinascimento nasce dalla nostra personale credibilità
Questa visione mi piace molto. Il marketing della sostanza. La corsa alla visibilità ha portato a perdere di vista la sostanza, ha premiato spettacolarizzazione del prodotto e semplificazione eccessiva dei contenuti. Ha svuotato di valore e di valori. Ha deviato gli attori dell’offerta ma anche la domanda che si è sentita rassicurata da figure in aura di popolarità più che dai fatti.
La prospettiva di tornare a guadagnarsi la fiducia con impegno, lavoro, serietà dà ragione alle api operaie che hanno continuato a operare defilate dalla ribalta mediatica con l’idea di costruire innanzitutto.
Ci credo fermamente!
La affannosa ricerca della visibilità è stata una parentesi in cui si stavano studiando gli strumenti senza capirne il senso e la grammatica. Ora serve applicare la consapevolezza acquisita
Ciao Riccardo, ti scrivo qui, OT, lo so ;-)
Sto ascoltando il tuo meraviglioso Audible, e mi è venuta una domanda in testa, se io sono CEO di una agenzia di comunicazione, i miei contenuti li devo inserire nel blog aziendale, o farmi un sito personale e poi condividerli?
Ciao e buon Anno :-)
Ciao Alessandro. Rispondere senza conoscere te, il tuo obiettivo e il pubblico a cui vuoi accreditarti è come fare il tiro al piattello bendati. Tuttavia mi verrebbe da dirti che se la tua agenzia ha diversi collaboratori potresti coinvolgerli nel blog aziendale.
Tu hai la doppia possibilità di fare una comunicazione a nome dell’azienda e una comunicazione parallela a nome personale, che potrebbe stupirti per l’efficacia che ha un volto rispetto ad un logo aziendale. Quindi a te la scelta: hai le energie e il tempo per farlo?
Grazie per la risposta. Chiara e preziosa come nel tuo stile.
Un caro saluto.
-a