C’è un grande mercato basato sull’affannosa richiesta di soluzioni. I migliori formatori, blogger e comunicatori costruiscono i loro contenuti basandosi sul modo più efficiente di posizionare, nei risultati di Google, le risposte alle domande più comuni. Su YouTube c’è una risposta a tutto: “come diventare ricchi”, “come limitare gli attacchi di ansia” o “cosa mangiare per cena”.
Questa è l’epoca delle risposte. Non ci poniamo più le domande, cerchiamo direttamente le soluzioni.
Pablo Picasso diceva che “i computer sono inutili. Ti sanno dare solo risposte”. La risposta di un motore di ricerca è prodotto preconfezionato da altri basato su una domanda standard. Non è la risposta alla TUA domanda.
Sono il primo tra gli “spacciatori” di risposte, quindi non pensare che questo sia un attacco a chi fa le stesse cose che faccio io. Tuttavia, guardandomi indietro, ho raggiunto la consapevolezza di avere ottenuto una vera crescita solo quando mi sono posto domande a cui sono riuscito a rispondere da solo e con sincerità. Se cerchi come diventare ricco, famoso o amato probabilmente è meglio che tu ti chieda perché non lo sei già diventato. Se ti fai la domanda corretta e ti rispondi in maniera onesta, forse, non avrai bisogno di acquistare il webinar di un tale che fa i soldi vendendo soluzioni preconfezionate.
“Quando un bambino non ha più domande, è diventato uomo”
Arto Seppälä
Vivere consiste nello scoprire i tuoi obiettivi e comprenderne i limiti. Sfortunatamente non sono gli stessi che hanno gli altri. Il libro, il corso o un blogpost come questo serve a fornire una soluzione tecnica, non a rispondere alle uniche due domande che ti serviranno realmente: “dove voglio andare” e “cosa sono disposto a fare per arrivarci”.
Cercare una soluzione esterna o pagare per un’improbabile risposta è emotivamente più semplice: ti toglie dalla responsabilità di non esserti fatto la domanda che avrebbe messo in discussione le tue scelte di vita e costituisce una meravigliosa scusa alla quale imputare il tuo insuccesso. Le domande servono a lavorare su te stesso e a farti cambiare idea, oltre ad essere la più alta manifestazione di intelligenza. Se non sei disponibile a cambiare te stesso, il tempo che hai trascorso cercando le risposte è tempo perso.
Che bel post… nudo e crudo! Per chi – come me – è in perenne ricerca, si fa continuamente domande perché vuole migliorarsi per migliorare gli altri, le persone come te non sono spacciatori di “risposte”; semmai spacciatori di “stimoli”. Se ti chiedo un consiglio o ti faccio una domanda, tu rispondi perché sei una persona competente e cortese. Ma quando a una domanda rispondi con un’altra domanda mi obblighi a riflettere… “Dove voglio andare” e “Cosa sono disposta a fare per arrivarci”: le risposte a queste domande già in parte ce le ho, e in parte le sto costruendo. Sto muovendo i piccoli passi che sono in grado di fare ora. Non sono ancora pronta per spiccare il volo, ma mi sto allenando….
Non credo che per la maggior parte di noi gli obiettivi siano obiettivi assoluti. Uno deve avere il coraggio comunque di porsi obiettivi di breve/medio termine. Il raggiungimento di questi consentono di tracciare una strada e di verificare la sua percorribilità ;)
Grazie per la risposta. E grazie per essere parte del mio mondo. I tuoi post mi fanno riflettere. Le domande che mi faccio in questo momento, mentre mi esercito nel creare contenuti, è di capire come incanalare le informazioni che mi piace trasmettere. Sempre più spesso mi ritrovo a scrivere delle persone, è quello che mi interessa ed è quello che mi sembra piaccia a chi mi legge. Un giorno va bene e un giorno va male, ma ci vuol tempo per imparare a camminare bene.
Fidati che non troverai mai la quadra a questa ricerca. L’esperienza e un seguito stabile ti preserverà dagli scivoloni, ma non avrai mai la certezza del risultato. Il gioco funziona così ;)
E allora sono felice di aver cominciato a giocare… Alla prossima!
Beati i buddhisti :-)
Come mai?
(…) non ci si PONGONO più le domande (…)
Corretto. Grazie Gianni!
Gli esseri umani, per loro natura, cercano le scorciatoie e tentano di evitare le fatiche percepite come superflue, motivo per cui chi “spaccia” facili soluzioni a problemi complessi di solito ottiene un certo successo e grande visibilità. Ma spesso è solo fuffa. Quindi ti ringrazio per questo post che stimola la riflessione.
P.S. ti ho conosciuto pochi giorni fa ad un corso (molto utile!) che hai tenuto a Padova e continuerò a seguirti.
Grazie Francesca!