Qualsiasi attività umana comporta tempo, soldi ed energie intellettuali. Investendo la giusta quantità di questi tre elementi puoi diventare un grande blogger, un ottimo ingegnere elettronico o suonare il violino da professionista. L’eccellenza è una dipendenza. Affermarsi tra i migliori di un settore comporta un impegno totalizzante; è quasi una missione.
Sempre più spesso, mi accorgo che le persone quando mi chiedono una consulenza, anche generica, non vedono le opportunità. Oggi possiamo scambiare messaggi con chiunque nel mondo, ma nessuno la percepisce come un’occasione. Si possono condividere emozioni e ottenere la vicinanza di chi le riceve. Si possono ottenere in poche settimane mille persone che ci ascoltano, tuttavia sembra una cosa scontata, modesta, quasi inutile.
Non è un problema di strumenti e di pubblico. Ci sono persone in ascolto; è necessario capire chi vuoi essere prima di quanto ti costerà diventarlo. Quindi se vuoi essere rilevante, tutto quello che puoi fare è comprendere cosa vuoi ottenere e guidare gli altri verso il tuo stesso fine: attraverso l’esempio, donando informazioni, stimoli e motivazioni, per mezzo dei contenuti.
Puoi coinvolgere chiunque abbia il tuo stesso obiettivo, diventando un punto di riferimento. Bastano poche persone per comprendere che stai percorrendo la strada giusta. Ma se non riesci a trovare 5 persone che si fidano di te, come farai a trovarne 1000?
Avere chiaro lo scopo e la direzione è il 50% dello sforzo, capisco bene che non semplice sapere cosa vuoi ottenere tra 3 anni, ma senza questa imprescindibile consapevolezza non potrai realizzare il percorso per arrivarci. Se il tuo vero problema è l’assenza di un chiaro obiettivo, smetti di cercare informazioni. Non troverai nessun aiuto online che ti possa indicare chi sei e cosa vuoi diventare. Questo è solo un luogo di aggregazione, informazioni e relazioni.
Riccardo, io ai ragazzi piu’ giovani consiglio di disegnare delle mappe panoramiche per chiarire la loro visione e direzione, desiderio e progetto.
Ma e’ altrettanto importante, anzi io lo considero un “dovere manageriale”, mettere chi e’ piu’ giovane in una condizione di scoperta di se’ stesso e dei propri desideri. E questo puo’ avvenire soltanto attraverso la relazione, lo scambio, la Comunicazione nelle sue varie forme.
Una regola che pero’ mi sono dato, per non perdere tempo, e’ di aiutare chi e’ meritevole ed intenzionato a scoprirsi per migliorarsi. Proprio la scorsa settimana ho consigliato ad un giovane laureando che seguo da qualche mese, di iscriversi alla tua newsletter e di leggere i tuoi libri.
Grazie Fabrizio, sei gentilissimo e sono felice di leggere del tuo metodo umanistico che privilegia l’aspetto relazionale
Right, Riccardo!
Opportunità è una parola tanto stimolante quanto preoccupante. Chi è a riva vede il mare come un opportunità ma poi una volta preso il largo, spesso c’è la paura di riconoscere la giusta direzione: orientarsi. Personalmente ho cercato di trovare “forme di business” dai bisogni percepiti online e sviluppando conoscenze su nuove tecnologie in grado di dare soluzioni. Il blog di Skande così come i vari libri di Rudy Bandiera mi hanno sempre trasmesso un dovere “come una missione”: avere gli occhi aperti, leggere molto, puntare all’eccellenza. Decidere bene la rotta da prendere ti permette di non dover tornare indietro al punto di partenza, e in caso di errore di variare solo qualche grado sulla bussola. Perdonate questa metafora marina/estiva ;)
L’esempio marinaresco ci stava da Dio amico!
Troppi stimoli è come non averne nessuno, e i giovani ieri come oggi fanno fatica molto spesso a focalizzarsi e concentrarsi, gli obiettivi non sanno se sono i loro o quelli di qualcun altro, che sia un genitore o un docente. Solo stando e lavorando vicino a loro si possono aiutare a trovare se stessi. Non è facile per noi adulti restare concentrati, figuriamoci per loro. Un po’ più di comprensione non guasta.
Infatti molti hanno pensato che parlassi dei giovani, ma io vedo spesso i “non più giovani” senza una direzione o uno scopo nella vita