Negli ultimi tempi ho preso alcune decisioni strategiche relative alle piattaforme: su quali ridurre l’impegno e su quali aumentarlo. Ad esempio, il profilo di Facebook (con 12.000 amici/follower) giace quasi inutilizzato. Su Instagram mi rendo ridicolo sfidando i “reel” con contenuti più riflessivi e lenti. Ho deciso che il mio impegno crescerà altrove. La parola scritta – per un introverso come me – è il luogo più confortevole.
Il contenuto che prediligo per inclinazione personale è il testo. Il testo sopravvive in quest’epoca in cui i social valorizzano brevi video e l’intrattenimento. Sono questi ultimi, ora, i contenuti più popolari, cercati e apprezzati dalle grandi masse.
“In passato, la censura operava bloccando il flusso di informazioni. Nel XXI secolo la censura opera inondando la gente di informazioni irrilevanti. Noi proprio non sappiamo a che cosa prestare attenzione, e spesso spendiamo il nostro tempo a indagare e a discutere su questioni marginali.
Yuval Noah Harari
Nei tempi antichi deteneva il potere chi aveva accesso alle informazioni. Oggi avere potere significa sapere cosa ignorare.”
Tuttavia il testo mantiene ancora inalterate le sue potenzialità. Se rifletti bene, scopri che proviene dall’interno della persona che lo sta leggendo. Come se lo avesse pensato lei stessa. Ha sempre la giusta velocità: quella di chi legge. Sa essere evocativo di immagini e riflessioni proprie e non servite attraverso quelle scelte dall’autore. Può essere copiato, adattato e riscritto per renderlo nostro e unico.
La chiave per convincere qualcuno a leggere consiste nel catturare la sua attenzione una frase alla volta, assicurandoti che il tuo lettore sia così stimolato da quella frase da voler proseguire con la successiva. Che sarà altrettanto interessante per indurlo a continuare, senza fermarsi.
Possiedi questo tipo di amore per le tue parole? Amore per le parole significa amore per il proprio pubblico. Ogni riga deve essere necessaria, ben ponderata, perché le persone non vogliono perdere il loro prezioso tempo su contenuti inutili, pigri o noiosi.
Il testo aiuta a ragionare, non ti dà una scadenza, non ti incalza con un “reel” successivo, ma ti permette di approfondire, fermarti, riflettere e verificare. Ha un pubblico più ristretto, ma di una qualità (dell’attenzione) superiore. Le statistiche ci dicono che pochi hanno le basi culturali per comprendere il significato di un testo: è una sconfitta della società, ma è un bene per chi cerca di selezionare il proprio pubblico.
“Essere conosciuti da molte persone non è un obiettivo; è un sottoprodotto di determinati tipi di marketing per determinati tipi di prodotti. Quello che stai davvero cercando è essere ascoltato, ottenere la loro fiducia e di parlare solo a chi per te conta davvero.”
Seth Godin
Per questo motivo ho deciso di andare contro corrente: cerco un pubblico diverso per qualità, per formazione e con una migliore capacità di analisi. Sono diverso ed esigo un pubblico di una qualità differente dagli standard. Quindi – viste le mie attitudini e i miei obiettivi – i canali in cui incrementerò l’impegno saranno Substack, LinkedIn (e la relativa newsletter) e Medium.
Credit immagine: DDB DM9JaymeSyfu, Makati, Philippines
Sei una.persona lineare e coerente, nelle tue versioni di te (scritta, parlata e di presenza). Sembra una banalità ma non lo è.
Trovo che la coerenza sia la migliore presentazione di una persona, di un brand, di chiunque.
Per questo ti seguo, per questo ci tenevo a conoscerti, per questo continuo a leggerti.
Nell’ultimo periodo stavo valutando quali social seguire, dei pochi che già seguo, proprio per non disperdere le energie.
Questa tua newsletter diventa ancor più preziosa per la mia scelta.
Grazie Annarita, sei davvero gentilissima e per me è un onore essere scelto da te!
Ciao Riccardo,
riesci a differenziare i calendari editoriali delle tre piattaforme? in che modo?
Grazie
F
Pubblico in giorni diversi, ma non sempre gli stessi, non è un calendario blindato
Però nel testo non puoi metterci un bel finale ad effetto dicendo “ruokenruol” come fanno i grandi comunicatori! ( https://twitter.com/RudyBandiera/status/1584494937349173249 )
Appena diventerò un grande comunicatore lo farò pure io!
D’accordo su tutta la linea.
E comunque, complimenti: blog, Substack, LinkedIn, relativa newsletter e Medium… io lo confesso: non ho tutte queste idee per generare contenuti su tutti questi media.
Ho letto varie volte del cosiddetto “analfabetismo funzionale”, di cui credo abbia una colpa non indifferente lo smodato uso dei social.
Ti cito un pezzo che mi ha ispirato un prossimo articolo, grazie quindi per l’idea involontaria.
Creare contenuti richiede metodo, non intelligenza, creatività e fantasia! Sono felice di averti ispirato amico mio
Allora è meglio dire che non ho fantasia per creare contenuti per i social media (non ne ho mai avuta, a dire la verità). Ho due blog e un terzo in arrivo, che avrà una newsletter.
Mi riesce più facile scrivere per un blog.
Questi articoli sono un toccasana per chi come me ha ancora dubbi e cerca di emulare ciò che fanno/piace ai più.
Da oggi avrò più certezze su cosa fare e come agire andando avanti per la mia strada consapevole con non è giusta o sbagliata, ma è la mia!
Grazie!
Grazie Antonio!
Magari in quest’epoca di connessioni flat la cosa ha meno importanza, ma il testo occupa poco spazio e non richiede un’apparecchiatura sofisticata. Leggere è un’attività che può essere svolta senza dare fastidio a nessuno. Certo, richiede applicazione, ma ripaga ampiamente dello sforzo.
Articolo davvero bellissimo, complimenti!
poi c’è chi come me ogni tanto ti raggiunge direttamente su skande.con e legge una mezza dozzina di articoli