Vivo un eterno dilemma: prendere o non prendere una determinata decisione? Capita sicuramente anche a te: ogni scelta comporta una rinuncia e un rischio. Quasi sempre il rischio aumenta se aumentano anche il compenso, la gratificazione o il vantaggio. Siamo condannati ad assumerci il rischio di fallire o, peggio, di perdere credibilità, tempo e denaro.
Ci sono rischi che si devono calcolare e rischi che è impossibile prevedere. Mandare messaggi con lo smartphone mentre stai guidando, andare in scooter senza casco o firmare un contratto prima di averlo letto ti espongono a un altissimo livello di rischio che puoi e devi calcolare.
Esiste una semplice regola di comportamento con il rischio: quanto ti costa ridurre il livello di pericolo? Se il casco riduce di cento volte le probabilità di avere un grosso infortunio, indossarlo è un modo molto economico per evitarlo e va assolutamente fatto. Ma se per paura di prendere il raffreddore non esci di casa, non ne vale la pena. Non possiamo nemmeno evitare di dire la nostra opinione perché qualcuno potrebbe non essere d’accordo o farsi idee sbagliate su di noi. Non possiamo evitare di vivere, crescere e realizzarci soltanto perché tutto ciò comporta il rischio di fallire.
Non ho paura di fallire, ma di ritrovarmi tra un anno a lavorare allo stesso progetto senza aver imparato nulla e senza aver avuto accesso a nuove opportunità.
In questi anni ho capito che quando decido di volere qualcosa di meglio per me stesso, ciò che mi circonda inizia a muoversi con me.
La paura è un’emozione comune ed è quella che più frena le persone. Tuttavia, proviamo paura solo per qualcosa che potrebbe accadere nell’immediato, non per la persona che potremmo essere tra due anni.
Preoccuparsi è utile solo quando il costo-effetto di quello che potremmo ottenere non è sostenibile. Il tempo perso a preoccuparci di qualcosa che non riusciamo a calcolare, o il cui costo per abbattere il rischio comporta la rinuncia, è una forma negativa di passatempo ideata dal nostro cervello: vuole impedirci di vivere una condizione in cui il margine di errore è inferiore alla ricompensa.
Da quando ho scelto di mettermi in gioco correndo un notevole rischio, la cosa che maggiormente mi stimola (oltre la paura che in alcuni casi è un ottimo stimolo sulla procrastinazione) è pensare a tutte quelle persone arrivate alla fine del loro ciclo vitale, che raccontano a chi rimane il rimpianto di quello che avrebbero voluto fare e non hanno avuto il coraggio di provare a farlo.