Mi rendo conto che spesso in passato, quando raccontavo come si comunica, ho sottovalutato o dato per scontato che, alla base di qualsiasi contenuto, ci sono le quattro chiavi di posizionamento personale. Qualsiasi professionista impegnato a raccontare le proprie competenze deve averle sempre ben chiare nell’atto di creare contenuti o rispondere a messaggi e commenti.
A cosa serve avere una traccia scritta di questi quattro fondamentali elementi percettivi?
Ti serve ad avere ben chiara la direzione che vuoi imprimere alle percezioni del pubblico che ti ascolta. Le persone distratte che ti osservano o imparano qualcosa da te devono, comunicazione dopo comunicazione, fissare nella loro mente chi sei, qual è il tuo stile, cosa ti differenzia dagli altri, il tuo carattere e cosa ti spinge a farlo. Se non l’hai già capito, scoprirai che la maggioranza delle persone, quando va bene, di te comprende una cosa sola alla volta. Solo chi ti segue con costanza è in grado di sviluppare una visione più articolata di te e del tuo messaggio.
Va detto che, a monte di questi quattro elementi, deve essere altrettanto chiaro l’obiettivo che vuoi ottenere a 3/5 anni, perché, senza un obiettivo a media scadenza, qualsiasi comunicazione è quasi inutile.
Le quattro chiavi di posizionamento personale da inserire nelle tue comunicazioni
- Lo stile
Lo stile è una caratteristica che nasce dall’unione del modo di presentarsi con il modo di comportarsi. Si può avere un’immagine impeccabile e modi sgarbati o grossolani, oppure l’esatto contrario. Non esiste mai un modo sbagliato di mostrare il proprio stile, perché esso va commisurato al pubblico presso cui vuoi accreditarti. Il tuo stile verrà apprezzato da chi ti assomiglia. - La caratteristica
Questo fattore determina la distanza sostanziale tra te e il resto dell’offerta. A chi ti senti affine e a quali gruppi senti di appartenere, quali valori etici e morali esprimi, di cosa ti circondi, le tue passioni e tutti gli elementi distintivi che pensi sia utile evidenziare.
Tutti questi elementi, possono anche non essere strettamente legati all’obiettivo che ti sei posto, ma in questo caso vanno dosati con attenzione in modo da non compromettere il posizionamento professionale. L’obiettivo è solo uno, il resto è fatto di accessori che vanno inseriti, in modo opportuno e misurato, per arricchire la comunicazione in chi ti conosce già. Se sei un architetto, ma comunichi più spesso e con maggiore insistenza che fuori dal lavoro la tua passione è giocare a golf, rischi di essere scambiato per un giocatore professionista. - Il messaggio
Le cose in cui credi fermamente. Qui devi parlare del tuo lavoro e di cosa ritieni opportuno fare per essere un ottimo professionista. Ad esempio, nel mio caso, ribadisco spesso che non esistono trucchi o tattiche per ottenere un successo comunicativo immediato, ma solo un percorso che va affrontato investendo nel tempo, nei contenuti e nelle relazioni. Altri potrebbero dire l’esatto contrario. - La differenza
Alcuni chiamano questo punto il “nemico giurato”, ciò che vuoi combattere e da cui vuoi prendere le distanze. Se sei un politico è fondamentale individuarlo per ottenere una comunicazione efficace basata sulle differenze. Se invece sei un idraulico puoi far leva su una comunicazione più morbida con cui evidenziare la distanza tra te e il resto dell’offerta, che usa materiali scadenti, non offre garanzie o non rispetta le scadenze.
È opportuno che comunichi queste caratteristiche e i tuoi valori senza eccedere e senza cadere in una patetica presa di posizione contro la concorrenza. Anziché puntare sul fatto che tutti gli altri sono inaffidabili, con il rischio concreto di apparire succube della concorrenza, è sufficiente che tu metta in evidenza quello che sei.
Questi punti fermi non servono a creare contenuti, ma ad arricchirli, perché il rischio è comunicare la normalità o la paura. Sono quattro elementi da tenere come traccia nelle tue comunicazioni che vertono sull’aiutare gli altri a diventare chi sei tu o a spiegare quanto sai fare bene il tuo mestiere a possibili clienti.
Il rischio, come racconta in un recente post Mark Schaefer è rendersi patetici con la normalità del fatto che paghi le tasse o rispetti l’ambiente:
Essere onesti, essere diversi, essere ecologicamente responsabili è normale. Benvenuto nel club. La tua azienda è normale. Congratulazioni.
Mark Schaefer
Essere normali non è un punto di distinzione.
I primi tre punti fanno perno unicamente sulle proprie caratteristiche, la differenza può compromettere la propria “onestà” quando si mette in evidenza il “non fatto, non detto altrui” al posto del “fatto, detto personale”. La differenza che scade in competizione insana e scorretta è l’elemento che richiede più impegno!
Il “nemico” non lo si deve pensare come a qualcosa di fisico o ad una persona, ma ad un’ideale a cui non sentiamo di aderire ;)
Bellissimo post Riccardo. Lo terrò fra i preferiti. Hai messo in riga molti concetti che già perseguo. Ho sperimentato, in questi due anni di comunicazione, con lo spazio che mi sono cteata, che un piccolo seguito di persone c’è, e percepisco che alcuni sono davvero lì pronti a leggere ciò che in un dato momento voglio comunicare. Perché non ho un fine se non quello di lasciare le mie impressioni soprattutto raccontando delle persone. Dei 4 punti quello che mi sembra ancora più difficile da realizzare è proprio l’ultimo. Ci lavorerò.
Ciao Riccardo. Da anni ti seguo, condivido spesso i tuoi post e quando posso scrivere i miei contenuti, cerco di esercitarmi e mettere in pratica i tuoi preziosi e costanti consigli.
La strada è lunga ed impegnativa ma anche io vedo che, con impegno e costanza, la comunicazione arriva dritto a chi poi ti esprime con determinazione la volontà di lavorare ed affidarti un incarico. Grazie.
Grazie a te Nicola!