Da 6 canali rilevati a 197: questo numero racconta più di altri l’evoluzione della TV nel nostro Paese dal 1986, anno in cui Auditel ha iniziato a diffondere i dati d’ascolto. Un’accelerazione impressa soprattutto negli ultimi dieci anni, con ben 52 canali presenti su più di una delle sei piattaforme operative in Italia (Dtt Free, Dtt Pay, Satellite free, Satellite free criptato, Satellite Pay, Iptv). Se poi aggiungiamo la moltiplicazione dell’offerta dei canali, la capacità di essere presenti su più schermi, lo streaming che dal Web arriva direttamente nella TV di casa e l’integrazione con i canali social, sono l’evoluzione del mercato televisivo attuale.
La ricerca “I 10 Anni che hanno rivoluzionato la TV” presentata ieri da Francesco Siliato – Ricercatore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi al Politecnico di Milano, fa il punto della situazione attuale e fa percepire la strata futura di questo media in forte evoluzione:
Oggi è più che mai evidente che ci troviamo di fronte ad una convergenza tra diversi mezzi di comunicazione, che ha modificato radicalmente l’approccio al media televisivo, rafforzandone il ruolo in un nuovo modello multipiattaforma e multiscreen.
In questa fase chiunque è in grado di creare il suo palinsesto e adattare il mezzo a quello che effettivamente vuole seguire. Negli anni che verranno l’opportunità commerciale che ci aspetta è duplice: la prima è quella di ottenere spot pubblicitari molto verticali sull’utenza utile al nostro prodotto/servizio. La seconda è quella di diventare noi stessi, persone e brand, creatori di contenuti, che se saranno di qualità (e creativi) possono portarci molti più soldi di quelli spesi per la realizzazione.
In tutto questo marasma l’Auditel è ancora rimasta alla versione 1.0 della TV, nella rete il corrispettivo che segna il successo di un video è dato dal numerino delle visualizzazioni e dai like che ha generato. Gli investitori pubblicitari ne tengano conto.