Tutto ruota attorno alle micro percezioni. Siamo tutti condizionati dalla parte istintiva del nostro cervello. Il “sistema uno” lo chiamerebbe Daniel Kahneman, quello pigro, quello che, mentre fa altro, prende decisioni di routine che costano poca energia mentale.
Nell’attività comunicativa di ogni giorno, devi essere attento nel trasmettere un messaggio chiaro e univoco, che vada ad attecchire e a sedimentarsi nel pubblico a cui arrivi di sfuggita. Su mille persone, a cui potresti arrivare in un giorno, solo una minoranza si informerà e valuterà attentamente il tuo profilo, il post che hai pubblicato e avrà una percezione approfondita di te. Gli altri ti vedranno di sfuggita mentre scorrerà velocemente la news feed facendosi un’idea sommaria e istintiva di te e di quello che hai pubblicato. Una micro percezione che andrà a sedimentarsi e ti catalogherà in modo approssimativo.
Philip Kotler nel libro Marketing Management afferma che,
“la percezione è il processo mediante il quale l’individuo seleziona, organizza e interpreta stimoli e informazioni per ottenere una visione organica del mondo. Le percezioni sono soggettive e possono variare ampiamente fra più individui esposti alla medesima realtà. Nel marketing le percezioni sono più importanti della realtà, perché influenzano il comportamento d’acquisto dei consumatori”.
Nell’operatività di tutti i giorni, devi tenere ben presente che se appari in foto insieme a un gruppo di persone apprezzate e considerate ottime professioniste del settore, trasferiranno anche su di te questa percezione. Tuttavia è vero anche il contrario. Se commenti o ti mostri amico di professionisti ritenuti poco affidabili, di dubbia integrità oppure semplicemente antipatici verrai percepito simile a loro, sulla base del motto che “chi si somiglia si piglia”.
Se aderirai a organizzazioni politiche e sociali fortemente connotate verrai etichettato. In pratica succede tutte le volte che mostri qualcosa di te. Accade, perché il cervello umano tende a creare contenitori e categorie in cui inserire persone e comportamenti. Per assurdo, basterà un like fatto a una persona disprezzata per farti guardare con sospetto.
Questa non deve diventare una scusa per non prendere posizione. L’ho scritto, perché da oggi devi avere la consapevolezza che ogni tipo di comportamento, nell’immediato, genera inevitabilmente una micro percezione nei tuoi confronti.
Questa è l’inevitabile ingiustizia di un cervello pigro e schematico che si nutre di queste piccole percezioni al fine di costruire nel tempo grandi impressioni. La cosa bella è che funziona anche per le buone impressioni che vuoi generare nei cervelli pigri che ti osservano. Ora hai capito cos’è la “governance del Brand”, fanne buon uso.
Nella foto: “It’s the hat “ (Advertising Agency: Serviceplan Hamburg / München, Germany)
Devo ringraziare Paolo Borzacchiello che mi ha parlato di Riccardo Scandellari di cui ho acquistato DIMMI CHI SEI e che seguo nelle sue pubblicazioni
Sarà di mia prossima lettura e di cui farò sicuramente recensione.
Articoli sempre interessanti anche per chi,come me, non si occupa di marketing.
Grazie Annarita, gentilissima!