C’è un modo abbastanza semplice di convincere qualcuno ad affidarsi a te, se ti ascolta. È un metodo basato sull’empatia, parola usata spesso a sproposito, che non significa gioire o soffrire degli stessi stati d’animo di chi si incontra, ma mettersi nei suoi panni per comprenderne i bisogni.
Ho visto persone estremamente empatiche disinteressarsi delle necessità di chi si circondavano.
L’empatia quindi ti porta ad essere consapevole delle esigenze con lo scopo di fornirti le risposte che fugheranno ogni dubbio. L’approccio empatico si realizza in primis sugli obiettivi, le evidenze e il metodo di misurazione dei risultati. Entrambi vogliamo perseguire un obiettivo chiaro che deve essere il fine del nostro accordo.
- Perché questo si possa strutturare è meglio definire in modo certo le basi su cui costruire il risultato, perché potrebbe essere percepito come molto facile da ottenere dal cliente, ma molto complesso per chi lo propone. Meglio chiarirlo prima.
- Fatto questo si può partire da una base comune e identificare le difficoltà da superare, in modo da definire quanto tempo e quante risorse occorre investire.
- L’ultimo obiettivo consiste nello stabilire, a priori, quali caratteristiche debba avere il risultato del servizio proposto e quale sia il metodo di misurazione. Questo è un passaggio fondamentale per tranquillizzare il cliente all’inizio del lavoro, ma soprattutto è indispensabile per stabilire, alla fine del lavoro, se le aspettative sono state soddisfatte.
Questi sono i tre principali aspetti che se fossi il tuo cliente vorrei affrontare. In quanto cliente, non sono esperto e dovrai condurre tu il dialogo in modo da rassicurarmi, farmi capire cosa sto acquistando e il motivo per cui sto pagando la tua competenza. Senza queste informazioni non capisco perché dovrei pagare un prezzo così salato.
Vale anche per le controversie. Qualcuno diceva “se vuoi battere il tuo nemico, devi volergli bene”. Se mi metto al posto del mio avversario ne capisco le ragioni, comprendo perché dice certe cose o ne fa altre, e da lì è molto più facile trovare degli accomodamenti o dei compromessi. Anche questa, a mio parere, è empatia.
L’empatia è comprendere i bisogni e lo stato d’animo dell’altro. Non piangere o ridere insieme a lui eh,
Considerazioni giustissime
Giusto ieri scrivevi il rovescio della medaglia: “Perchè produci contenuti e poi li regali? … Fa tutto parte di un grande disegno”. Vero! E’ un processo bello, ben studiato, ma oserei dire quasi “naturale”. Dare gratuitamente per generare fiducia. Instaurare un rapporto di reciproca stima è la via più semplice per far comprendere ai tuoi potenziali “clienti” qual è il tuo vero valore. Nessuno di questi oserà dire che costi troppo, perchè forse, umanamente, vali molto di più delle tue competenze.
Nessuno regala nulla, c’è sempre qualcuno che poi paga il conto. Vale lo stesso anche per i miei contenuti. Non ho commerciali, l’unico modo che ho di vendere è produrre contenuti, funziona alla grande, ma il 99,9% di chi ne fruisce lo fa gratis :D
Sono passaggi fondamentali: quello che vale tanto è anche la riduzione del rischio di sbagliare nella scelta: portare l’utente dal pensiero “sembra bravo” al “non posso scegliere nessun altro se voglio essere sicuro al 100%”.
Non sicuro del risultato, ma di non sbagliare la propria scelta.
Il resto, secondo la mia esperienza, viene subito dopo.
Come si fa? Con i feedback, raccolti e strutturati in un modo specifico.
Tutto corretto e condivisibile!