Trascorro le mie giornate “guardandomi allo specchio”, ascoltando la mia voce interiore, cercando di rimanere coerente con me stesso. Succede probabilmente anche a te, chiamiamo questa famigliarità interna come la nostra “identità”.
Quando parli di idee, se queste aderiscono bene alle tue convinzioni, la tua etica e il tuo stile, parlare di idee significa parlare di te stesso.
La nostra cultura, l’industria e l’economia sono costruite sulle idee. Queste migliorano, evolvono e si trasformano a ogni generazione. Compito delle nuove generazioni è combattere le idee tossiche della generazione precedente, differenziarsi e innovare.
Il progresso necessita che le nuove generazioni si allontanino dalle idee di quella precedente; perché se questa idea sopravvive anche in loro sarà una generazione inutile: la finestra di opportunità si chiude presto e sedimenta in loro qualcosa che diventerà parte della loro stessa identità.
Ho recentemente letto un editoriale di un noto giornalista italiano, Massimo Gramellini, che dice:
«Si diventa vecchi quando si smette di essere curiosi e pronti a stupirsi di tutto, preferendo soffermarsi sui ricordi invece che sui desideri. In questo senso la vecchiaia può arrivare a vent’anni come può non arrivare a ottanta».
Ho notato, in questi anni, che chi è curioso e attento è disponibile a cambiare. Raramente vedo attenzione, curiosità e innovazione in persone che hanno un’idea radicata.
I giovani sono migliori in questo senso, hanno meno idee salde, le stanno formando. Sono quindi aperti, creativi, vivaci e bisognosi di sperimentare e osservare nuove prospettive.
Negli anni, facendo esperienza, studiando e confrontandosi con chi ritengono degno di fiducia, si sedimenta in loro una chiara identità. Diventano maturi e, come spesso accade, restii a cambiare idea.
L’identità è la somma delle esperienze, degli studi e delle idee. Una somma di fattori che va preservata, ma non idealizzata. Non diventerai mai vecchio, sorpassato o fuori luogo se rimarrai curioso e pronto a stupirti, se percorri strade nuove anche se sai che quelle vecchie sono più confortevoli e se impari da chi è più giovane o inesperto rispetto a te.
La tua storia non è l’unica storia possibile. Le idee che hai maturato in passato potrebbero essere l’ostacolo. Spesso associamo la nostra identità a idee che ci sono state consegnate da altri.
Non sono e non voglio apparire un motivatore o un maestro di vita, questa è una riflessione che faccio soprattutto per aiutare me stesso a rimanere giovane e aperto a idee che in passato avrei combattuto.
Vorrei che la mia “identità” fosse una linea vaga, in divenire, disponibile a cambiare se trova idee migliori. L’esperienza mi ha insegnato che quando ho rifiutato un’idea diversa, ho sempre perso un’occasione di crescita.
Riccardo sei davvero un maestro di vita, stimoli riflessioni che potrebbero migliorarci la vita. Grazie
Grazie a te Rita, gentilissima!
Oggi voli altissimo …
Grazie Martino!
Mi fa pensare ai miei genitori, una sempre giovane, l’altro purtroppo invecchiato… Non si può buttare via la vita rimanendo nient’altro che un recipiente di quello che ti è stato insegnato…
Sono cresciuta sul modello degli esempi che avevo attorno, ma li osservavo, e preferivo tenermi tutto per me perché sentivo che qualcosa non mi tornava. Sono stata un tantinello ribelle, ma così ho potuto anche aiutare mia mamma a non lasciarsi andare.
Che bello quando la tua storia non è l’unica possibile, vuol dire che il mondo che hai davanti è ricco di sorprese…
Ottima riflessione! Nulla di strano, per alcuni, considerare come benzina per il motore la voglia di scoprire e scoprirsi con costante impegno quotidiano.
Voler sapere o provare nuove cose è la vera forza motrice che mi rende pieno di vita e diverso ogni giorno.
Grande Riccardo!