Come gli animali anche gli esseri umani imparano ad associare una reazione a uno stimolo. Siamo diventati come i famosi cani di Pavlov, addestrati a salivare quando sentono il suono di una campanella. Questa campanella, per noi, si chiama notifica.
Negli ultimi anni sono aumentati moltissimo gli incidenti a causa degli smartphone. La paura di perdere un’opportunità è maggiore di quella di morire; “il FoMO è un potente motivatore di comportamento, che include il controllo degli smartphone”, ha dichiarato il ricercatore di cyberpsicologia Jon Elhai.
In pratica, abbiamo compreso che da questi “computer tascabili” possiamo ottenere “opportunità” che si manifestano attraverso una semplice vibrazione che crea l’ansia da gratta e vinci, in cui, anche se nella maggior parte dei casi è un nulla di fatto, potrebbe uscire il nostro numero fortunato con l’occasione che stavamo aspettando. Le opportunità notificate possono essere di ogni tipo: la ragazza che ti piace tanto finalmente ti ha scritto, una proposta di lavoro o un cliente che ha deciso di acquistare da te. La notifica ribalta l’assunto del “lavoro per ottenere le occasioni”, con “aspetto l’occasione della vita”.
L’aggiornamento istantaneo toglie concentrazione e installa nel tuo ragionamento il firmware della fatalità, in cui la fortuna e le occasioni sono dettate da qualcosa di esterno a te. Inoltre, le notifiche non sono segnali preimpostati derivati dal computer, ma la maggioranza di esse deriva da conversazioni tra persone. Hanno il potere di condizionare la tua esistenza, interrompono ciò che stai facendo, a volte sono emotivamente ingombranti e ti fanno perdere la concentrazione. L’ansia da notifica è uno stato psichico che si somma agli altri fattori di stress.
Le persone di cui abbiamo considerazione hanno il potere di condizionarci nelle scelte, ma soprattutto a livello psicologico determinano la nostra sicurezza, stabilità e felicità. Tuttavia queste persone spesso sono a conoscenza del loro potere e lo esercitano, anche involontariamente.
La ricetta per limitare il logorio dato dalle relazioni e dal contagio della vicinanza di persone tossiche consiste nell’evitare di doversi relazionare con loro. Se nella vita offline molto spesso non possiamo evitarlo, di certo lo possiamo fare con facilità attraverso il blocco delle notifiche o limitando la visione delle loro esternazioni.
Con le persone devi avere a che fare, ma puoi avvalerti della tua possibilità di scelta, ricordando che da ogni relazione, anche da quella meno riuscita puoi trarre sempre un beneficio. Come ci ricorda Zig Ziglar, “non dare mai la colpa a nessuno nella tua vita. Le brave persone ti danno la felicità. Le persone cattive ti danno esperienza. Le persone peggiori ti danno una lezione. E le persone migliori ti danno dei ricordi”.
❤❤❤
Grazie Pat! ❤️
E’ vero Riccardo, le relazioni negative o positive possono, in una misura a volte “sorprendente”, condizionare in positivo o in negativo la nostra vita sociale e professionale. Essere quindi selettivi e’ molto importante soprattutto oggi, perche’ siamo soggetti ad una quantita’ enorme di stimoli positivi, negativi o in parte positivi e negativi.
e su questi stimoli prendiamo le decisioni che cambiano la nostra vita!
I tuoi testi sono sempre fonte di ispirazione !
Grazie Elisa, ne sono molto onorato!
Un post notevole, come spesso capita da queste parti, con un delizioso finale
Grazie Ferruccio!
Molto interessante e vero. Prima di sgridare i ragazzi per il loro essere appiccicati e dipendenti dalle notifiche, noi per primi dovremmo guardarci allo specchio.
Grazie
Non è più una questione di età, abbiamo tutti in tasca questi dispositivi
Bellissima citazione di Ziglar a chiusura di ottimi spunti di riflessione. Grazie
Grazie Sabrina!
Bellissimo spunto di riflessione Riccardo. Ti seguo sempre con piacere. Ultimamente vedo diversi pazienti allo studio che mi parlano degli effetti negativi dei social nella loro vita…credo ci sia bisogno di sostegno per imparare a coglierne le opportunità limitandone i danni.
Credo proprio che serviranno sempre più le consulenze sul digital detox
Giusto!