Sono in molti che mi chiedono come fare per sfruttare il secondo motore di ricerca al mondo, ovvero YouTube. Questa piattaforma funziona con il contenuto video, a parità di qualità sono più complessi da realizzare rispetto ad un buon contenuto testuale/fotografico e richiedono diverse specializzazioni in campi come: musica, recitazione, fotografia, montaggio ecc. Il bacino d’utenza ha un audience di 800 milioni di utenti unici che lo visitano ogni mese. Ogni giorno vengono visualizzati oltre 4 miliardi di video e ogni mese vengono guardati oltre 3 miliardi di ore di filmati.
Sulla base di questi numeri vale decisamente la pena di allocare una parte del budget promozionale nella realizzazione di uno o più video che in 30/60 secondi raccontino una breve storia cercando di emozionare il pubblico, che a sua volta ricorderà il prodotto.
Fare un video con potenzialità virali è un lavoro difficile e articolato, ma l’azienda che produce i copri sedili “il mio amico vip” ha prodotto due video molto curati e divertenti che possono essere presi ad esempio su cosa si può realizzare anche con un budget limitato da startup.
Nel primo si vedono dei buttafuori di un’esclusivo party, non accettare ospiti con automobili di grossa cilindrata. All’arrivo di una vecchia Panda con il coprisedile raffigurante “Silvio” lo fanno passare.
[youtube id=”-5I4jQpaRTM” width=”606″ height=”350″]
Nel secondo, un super palestrato signore dopo essere stato tamponato invece di infuriarsi con il conducente responsabile del tamponamento, ritiene di soprassedere perché al suo fianco c’è la figura di un famoso personaggio dei cartoon: l’uomo tigre.
[youtube id=”pr-kFH634t4″ width=”606″ height=”350″]
Questi due piccoli esempi spero siano di stimolo per chi pensa di creare un piccolo filmato virale, ricordandoci che spesso l’idea vale più della tecnica per ottenere l’effetto.
Colgo l’occasione per commentare questi curiosi esempi, certamente applicabili ad una miriade di casi reali, per aggiungere una cosa che a mio parere troppi sottovalutano: la “viralità”, intesa pressappoco come condivisione diffusa esponenzialmente di un contenuto, è un effetto, non una causa. Come dici giustamente nell’articolo è difficile creare video virali perchè sarebbe come scrivere “articoli redditizi”, non puoi sapere come andranno le cose finchè non avrai sperimentato sul campo. E concedimi questo piccolo spazio per aggiungere: troppa gente crede seriamente di poter creare contenuti virali programmaticamente.