In queste ore è una levata di scudi contro i social network e l’anonimato on-line. Permetterebbero, a detta dei detrattori, di insultare ripetutamente personaggi della politica e della TV nella sicurezza di non essere riconosciuti e giustamente perseguiti attraverso i normali canali della legalità.
E’ notizia di questi giorni che la Presidente della camera dei deputati, Laura Boldrini è stata oggetto di insulti pesanti su profili Facebook e Twitter tanto da dichiarare:
Se il web è vita reale, e lo è, se produce effetti reali, e li produce, allora non possiamo più considerare meno rilevante quel che accade in Rete rispetto a quel che succede per strada
Ieri è stata la volta di Enrico Mentana, al centro di una serie di Tweet fortemente sopra le righe reagisce con:
Un saluto finale a tutti
— enrico mentana (@ementana) 08 maggio 2013
Giuliano Ferrara molto più duro e caratterialmente coriaceo, ha pubblicato gli insulti ricevuti sulle colonne de Il Folio, il quotidiano da lui diretto.
In serata ci si è messo anche il Codacons che conclude il comunicato stampa, in cui fa la sintesi delle ultime ore, con:
Per tale motivo il Codacons chiede oggi una riforma volta ad incrementare i poteri in capo alla Polizia Postale, aumentando la capacità d’azione di tale compartimento e permettendo interventi immediati per oscurare siti e profili lesivi e/o pericolosi e individuare i responsabili che si nascondono dietro l’anonimato garantito dal web.
L’associazione chiede inoltre un incontro con l’Autorità per le Comunicazioni al fine di studiare interventi e misure per migliorare la vigilanza e i controlli da parte dei responsabili dei social network.
Ho il sentore che questa campagna contro i Troll, da condannare ripeto, sia un pretesto per limitare la liberà in rete e renderla più gestibile. C’è chi odia da tempo questo meccanismo che permette a chiunque di far sentire la propria voce.
Concludo con una riflessione su Enrico Mentana.
Che lei ci sia o meno la gente parlerà, è un fatto. Esserne fuori (anche se può accedere a mezzi di comunicazione più potenti come la TV) la renderà più debole e non potrà rispondere immediatamente ad attacchi e calunnie. E’ il consiglio che mi sento di dare anche alle aziende che vorrebbero levarsi dalle reti sociali dopo aver subito attacchi: non basta uscire per far smettere le conversazioni e le voci critiche o contrarie.
Personalmente ritengo che chi si presenta sui social debba essere cosciente del fatto che è un modello in cui la comunicazione è N-N ed ognuno pesa (quasi) uguale.
Deve rendersi conto che nella vita reale magari gira con la scorta (per tutelarsi dal pericolo) sui social non è fisicamente possibile.
Detto questo – come anche a te più volte è successo – devono imparare a discernere chi merita risposta, chi merita un thread e chi va ignorato.
Detto questo ritengo che ci siano offese che devono essere punite, ma nelle sedi competenti e fuori dal web.
La resa del citato Mentana o è un atto di codardia o è un atto promozionale: scelga lui. Sicuramente non un atto positivo.
E’ anche vero che limitare la libertà di espressione è un atto molto grave. Recentemente sono stato coinvolto per vie legali da una persona che si sentiva attaccata in maniera indiretta dal sottoscritto su Twitter.
Chi decide cosa si può e cosa non si può dire?
Come si deve intendere “tutti quelli che fanno questo o quello per me sono idioti” che mi riferisco a te o è frutto di una mia opinione verso la categoria ed in base a questo è corretto censurare?
Ma in Italia per questo tipo di situazioni non si configurano i reati di calunnia violazione della privacy ecc??