Sono stato musicista in passato, è accaduto tanto tempo fa, ma la cosa non è durata a lungo. Purtroppo una brutta tendinite e un crollo emotivo hanno concluso un periodo ricco di sogni e speranze. Eppure, come tutte le disavventure che ci accadono, anche quella mi ha arricchito ed è servita come base per una trasformazione.
Di quel periodo conservo ancora alcune importanti lezioni di vita, ma anche un punto di riferimento umano e culturale: un artista geniale che mi ha insegnato molto più della sola musica jazz, portandomi a estendere i suoi insegnamenti ad altre discipline umanistiche, tra cui il marketing.
Sto parlando di Wynton Marsalis, uno dei maggiori musicisti viventi e grande conoscitore dell’animo umano. Nel suo libro “Come il jazz può cambiarti la vita” descrive due regole che dovremmo adottare nella vita di tutti i giorni, così come nella nostra comunicazione.
La prima è questa:
L’obiettivo primario di un musicista jazz è creare il proprio suono, nonostante la naturale tendenza a imitare ciò che è già noto. Lester Young fu probabilmente il primo a essere criticato perché non assomigliava a nessun altro.
Quando cominciò a mettersi in luce, alla fine degli anni Venti, tutti quelli che suonavano il sax tenore cercavano di emulare il suono spesso e al contempo roboante di Coleman Hawkins. Non Lester. Faceva le cose a modo suo, con uno swing deciso ma leggero come una piuma, resistendo con successo alle numerose critiche. Di fatto, l’espressione del proprio sé divenne il suo motto: “Non fai parte della massa finché non canti la tua canzone”.
Essere unico è il tuo più grande valore, una virtù che paga con la riconoscibilità, distinguendo un semplice esecutore da qualcuno con idee proprie.
La seconda è questa:
Suonare in linguaggi sempre più astrusi sarà anche divertente per chi lo fa ma uccide la comunicazione, come imbattersi in lunghi brani integrali in greco antico nel libro che si sta leggendo. Nel jazz, l’artista più sofisticato dovrebbe considerare una sfida riuscire a farsi comprendere dall’ascoltatore inesperto.
Non puoi essere “troppo figo” per la gente. Quando perdi l’interesse a comunicare con un pubblico che non conosce la tua musica ti stai allontanando dall’umiltà necessaria a ogni artista.
Essere unico non significa fare lo snob e neppure essere un professionista compreso solo da pochi eletti. Molti dei grandi intellettuali, scienziati e innovatori del passato hanno saputo comunicare le loro scoperte e le loro intuizioni in maniera comprensibile a tutti.
Il genio consiste – appunto – nel dire cose complesse in modo semplice.
Cercherò il libro di Marsalis.Grazie
Il fratello di Wynton, Brandford Marsalis, ha creato un disco meraviglioso insieme a Joey Calderazzo: “Songs of mirth and melancholy”. Una perla che consiglio a tutti gli amanti del genere.