La gente parla male di te, a tua insaputa, fin da quando frequentavi le scuole elementari. È una dinamica sociale da cui nessuno è escluso. Ciò che è cambiato, in questi ultimi anni, sono la scalabilità, l’efficienza e l’energia con cui può farlo. Se prima si limitava a un luogo fisico, circoscritto, ora può avvalersi di strumenti dall’efficacia mai vista in precedenza.
«Quando pubblichi una foto, gli unici dati reali che ottieni sono i like e i commenti delle persone. Questa non è necessariamente una vera indicazione di ciò che il mondo pensa riguardo alla tua foto o al tuo post», afferma Fallon Goodman, professore di psicologia alla George Washington University, in una recente intervista su Wired. «Ora ti sei messo in gioco – in modo semipermanente – e hai informazioni limitate su come questo sia stato recepito, quindi hai scarse informazioni sulle valutazioni che le persone stanno facendo su di te.»
Non sapere che tipo di impressione stai suscitando online può causare incertezza, stress e ansia.
I social media hanno una missione apparente: rendere tutti felici. L’unico effetto che manifestano per farti sentire appagato, quindi, è mostrarti gli apprezzamenti. Non ti mostrano le facce sconsolate di chi ti ritiene imbarazzante. Non ti segnalano quanta gente ti considera distante dal suo modo di sentire, vedere o vivere.
A ogni post aumenti i like, il numero di persone che ti stimano e – in egual misura – il numero di persone che ti trovano sconveniente, fastidioso e dissonante. Ma queste ultime non le percepirai. Tu stesso non dichiari apertamente le tue antipatie a chi non conosci o vedi di sfuggita nelle news feed.
Online lasci le tue impronte. Qualcuno in questo momento è irritato da te, qualcun altro ti fraintende, ma non si pone il problema di chiederti un chiarimento, si limita a chiudere la porta. C’è gente che ha un’impressione sbagliata e non ti darà una seconda possibilità. Poi ci sono quelli a cui hai pestato i piedi – che pensano che se tu lavori di più loro fattureranno di meno –, i troll e quelli che, per mostrarsi migliori di te, cercano ogni punto debole o pretesto per metterti in difficoltà.
Puoi vivere la tua presenza online come fonte di malessere, frustrazione e inconvenienti, oppure puoi gestirla come un’opportunità. Per farlo devi capire chi vuoi essere per coloro che ti apprezzano così come sei. Ma non puoi partire senza una visione.
Devi tracciare un percorso che ti porti da dove sei oggi a dove vorresti essere tra cinque anni. In questo modo colmerai la distanza facendo le cose che ti aiutano a raggiungere il tuo obiettivo, giorno dopo giorno, e anche ciò che ti rende felice, in salute e aggiornato su tutto mentre procedi in quella direzione.
Visualizzare il tuo ‘te stesso’ futuro cambierà anche il modo in cui condividi il tuo presente nei social media.
Online le persone si offendono se mangi carne, se sostieni una certa squadra di calcio, se voti un determinato politico o se mostri di essere meglio di loro. Ma se visualizzi un obiettivo vero, saprai per quali contenuti vale la pena combattere con i tuoi valori, la tua etica, il tuo stile e per quali, invece, è inutile prendere posizione.
La gente parla male di te, lo farà comunque. Dalle un valido motivo, qualcosa per cui essere ricordato, qualcosa di grande.
Comunicare online richiede un alto costo a livello emotivo, di tempo ed economico. Meglio focalizzarsi su qualcosa di importante: chi vorrai essere.
Molto interessante ed illuminante: riflettevo propprio questa mattina su quanto le persone si fraintendano e mi è venuta in mente una situazione collegata al guasto della mia auto dei giorni scorsi… Poichè, però, ho ben letto e fatte mie le informazioni suddette della sua bellissima dissertazione, mi prodigherò a spiegarla nel sito che mi sono convinta ad aprire.
Grande mentore, Riccardo Scandellari: mi sono fatta fare l’autografo sul libro “Fai di te stesso un brand”
Ciao Simona, grazie amica mia!