Ho notato che alcuni confondono l’istinto con l’ispirazione: due concetti che hanno un importante punto di contatto, ovvero intervengono quando viviamo un momento di stallo e dobbiamo uscirne nel migliore dei modi.
Ti sei mai trovato in una situazione inedita in cui devi prendere delle decisioni senza avere l’esperienza necessaria? A cosa ti affidi? All’istinto o all’ispirazione?
Può capitare in qualsiasi momento della giornata. Ad esempio, quando sei in auto e qualcuno non ti dà la precedenza: hai pochi attimi per reagire. A cosa ti appelli? All’istinto o all’ispirazione?
La stessa cosa accade sul lavoro: una richiesta insolita di un cliente, un fornitore che sbaglia la spedizione o un effetto indesiderato. Siamo preparati per l’ordinario, ma ci troviamo spesso a improvvisare o gestire lo straordinario.

La differenza tra questi due comportamenti è abbastanza nota.
L’istinto è una reazione immediata e innata, che agisce senza ragionamento, spesso per garantire la sopravvivenza.
L’ispirazione, invece, è una forza motivazionale che stimola nuove idee o attività, spingendoci verso la creazione e l’innovazione.
Ma non volevo parlarti di queste differenze, che conosci benissimo, bensì della loro implicazione psicologica.

“Segui il tuo istinto” a volte è un buon consiglio. Più spesso, però, è un invito ad abbandonarsi alle proprie paure o a evitare il duro lavoro di comprendere come migliorare i propri comportamenti. L’essere umano ha sempre due opzioni disponibili nel suo DNA più primitivo: fuggire o combattere. In base al nostro temperamento e alla storia che ci raccontiamo, sceglieremo la strada che più è in linea con chi abbiamo deciso – o ci è stato imposto – di essere.

“Segui il tuo istinto.” Se avessi ascoltato chi mi esortava a farlo, oggi sarei decisamente meno realizzato.
Per chi non ha l’istinto di competere, è un invito a indulgere nelle proprie paure, a evitare il lavoro noioso, duro e poco gratificante di migliorare se stessi.
Forse dovremmo lavorare sul nostro istinto per crearne uno migliore, che ci racconti la verità e non ci fornisca un facile alibi: “sono fatto così”.

Ho scoperto che l’istinto è qualcosa che va allenato.
I grandi atleti, come un pilota di Formula 1 o un calciatore di Serie A, si sono allenati e hanno sbagliato così tante volte che ora possono permettersi di non pensare in una situazione insolita e basarsi sulla loro reazione istintiva.
Così ho imparato anch’io a darmi una possibilità diversa ogni volta che il mio istinto mi dice di fuggire. Se non rischio la vita, ma solo di cadere, è sempre la scelta giusta.