Da sempre noto un clima di preoccupazione attorno alle evoluzioni tecnologiche. Ogni invenzione toglie e crea nuove opportunità. Da quando è iniziata la rivoluzione industriale è sempre stato così.
Alle macchine abbiamo potuto delegare il lavoro fisico: guarda cos’è successo all’agricoltura, nell’industria o nell’edilizia. Oggi non vedo nessuno lamentarsi del fatto che non può andare a zappare la terra, fare turni massacranti in catena di montaggio o trasportare a spalla un sacco di cemento su un’impalcatura. Ma, fino a qualche decennio fa, questa era la realtà quotidiana di gran parte dei lavoratori.
Oggi l’automazione è pronta a occuparsi di un’ampia gamma di lavori creativi, soprattutto quelli che richiedono una minore professionalità e un minore impegno intellettuale. Tra qualche anno probabilmente sarà difficile proporsi sul mercato come giornalisti, copy, designer, fotografi e marketer senza offrire un servizio supplementare rispetto alla mera esecuzione di un algoritmo ben istruito.
L’AI può sostituire tanto, ma non tutto
Ogni volta che l’AI tenta di sostituirsi all’uomo, fallisce. Nonostante la sua grande capacità di calcolo, unita alla conoscenza infinita dei suoi database, non è in grado di prendere decisioni umane, uscire dagli schermi di un dispositivo tecnologico e socializzare come una persona vera.
Qualche anno fa Amazon aprì dei negozi totalmente automatizzati e senza personale, alcuni dissero che avrebbe rappresentato il futuro, ma così non è stato: esperimento fallito. La guida autonoma dopo 10 anni di tentativi ha mostrato tutti i suoi limiti: le Tesla hanno ucciso 19 pedoni quando erano guidate dall’AI e UBER ha chiuso la sua divisione di AI-car.
L’AI è ottima solo quando deve replicare uno schema noto ben collaudato: un comunicato stampa, un articolo di cronaca, un post aziendale sui social, un blog post SEO oriented o una newsletter.
L’AI non è in grado di fare queste attività
Ogni volta che il fattore umano avanza, l’AI cede il passo. Ho chiesto a OpenAI un’opinione in merito e mi ha risposto così:
“Non importa quanto sia potente o sofisticata, l’intelligenza artificiale non può sostituire la complessità e la profondità della mente umana. Alla fine, è sempre l’umanità a prendere il sopravvento”.
Non so a cosa si sia ispirata OpenAI, ma questa affermazione non mi soddisfa appieno, è decisamente parziale.
L’essere umano si differenzia soprattutto per la sua capacità di entrare in empatia con chi gli sta di fronte, è in grado di sviluppare emozioni e trasmetterle, è capace di abbracciare, offrire uno spritz e ridere di un argomento condiviso.
Battere l’AI, quindi, è semplicissimo: basta avere i contatti di amici, colleghi e conoscenze utili. Se hai la fiducia delle persone che ti stanno accanto, l’autorevolezza, un tono di voce e delle qualità umane, nessuna AI potrà mai sostituirti.
Torneranno di moda le agende. Quelle dei giornalisti, di chi vende mantenendo le promesse e di chi ha nutrito la fiducia e la relazione in ambito lavorativo.
Le persone vogliono lavorare con le persone, non con gli automatismi
Negli ultimi anni molti hanno iniziato a pensare e ad agire come se le persone non fossero importanti, come se la marketing automation fosse la soluzione, come se potessero sostituire il rapporto personale con una manciata di like, o come se potessero delegare a un automatismo il lavoro di relazione. Non funziona così, la fiducia è alimentata da un delicato equilibrio tra buoni rapporti personali e promesse mantenute.
L’epoca della pesca a strascico dei clienti – che ancora non erano avvezzi alla tecnologia o alle muse dei call center – si è conclusa, ma non a causa dell’AI, bensì della reazione avversa di queste persone a chi le vedeva come mucche da mungere.
Cosa te ne fai di un comunicato stampa ben scritto da un’AI se non hai i contatti giusti nelle redazioni per fartelo pubblicare? Cosa ci fai con un post di LinkedIn ben confezionato se riporta l’esperienza che non possiedi, se non hai contatti che possono confermarla e non sai rispondere a chi ti mette in crisi? Cosa vuoi ottenere senza una folta rubrica di persone che si fidano di te, se non hai un tuo tono di voce e uno stile riconoscibile, se non sei altro che l’ennesima mucca marrone che replica qualcosa di già visto o già letto?
“L’AI è ottima solo quando deve replicare uno schema noto ben collaudato: un comunicato stampa, un articolo di cronaca, un post aziendale sui social, un blog post SEO oriented o una newsletter.”
Questo fa capire quanto poco si conosce dell’argomento.
Ahh ma sono qua per imparare, racconta tu che la conosci bene
L’AI sembra andare in concorrenza con l’essere umano medio… ma il problema dell’essere umano medio è che la metà della popolazione è pegggio di lui
Interessante teoria, ci rifletto
L’Ai è il futuro ma ricordiamoci che è pur sempre fatta da programmatori al momento.
L’Ai velocizza i processi ed ogni cambiamento ha bisogno di una nuova organizzazione.
Ci saranno molti meno lavori manuali e ci saranno molti più manager di settore. Perché qualcuno dovrà pur vedere se quanto generato dall’Ai è buono per l’obiettivo che si intende raggiungere.
Siamo agli albori ed è normale che in un’economia fatta di social per una buona fetta chi su quella fetta ci campa si impaurisca.
È nella natura dell’uomo provare emozioni forti come la paura. Quando tolsero i cavalli come mezzo di locomozione a favore dell’auto abbiamo sostituito il fieno con la benzina e per far benzina so è aperto un mondo di lavoro.
Il rapporto umano oggi incredibilmente te trascurato invece sarà la chiave. Le persone vogliono comprare da altre persone, almeno per ora.
Se esistono ancora le botteghe di calzolai, magari in minima parte, i lavori di oggi resisteranno ancora per molto. Ma evolversi insieme al mondo che si evolve è la chiave per sopravvivere in un mondo lavorativo sempre più tecnologico.
Finalmente inizieranno a formarsi veri specialisti di settore e meno generalisti e anche il marketing cambierà. Vedo assottigliarsi in prospettiva la parte formativa perchè questi strumenti ci abitueranno più di quanto ha fatto google ad avere le risposte pronte ed istantanee a qualsiasi cosa.
In quegli ambiti cambierà davvero molto, ma non è un problema
Come sempre le tue parole Riccardo hanno a che fare con il cuore delle interazioni di marketing che è la relazione tra persone, il rispetto nei loro confronti, la capacità di coinvolgerle evitando slogan pubblicitari da una parte e automatismi insensati come quelli con i quali, per esempio, si sta facendo spam telefonico in questo periodo. Ti ringrazio per questo come faccio anche per il lucido passaggio sulle AI come ChatGPT e altre. Esse sono assistenti, macchine alla fine, delle quali fare un certo uso ma il software della creatività, della genialità, ce l’ha trasmesso Madre Natura.
Trovo molto interessante questo passaggio: “Qualche anno fa Amazon aprì dei negozi totalmente automatizzati e senza personale, alcuni dissero che avrebbe rappresentato il futuro, ma così non è stato”.
Avere meno personale in vendita amplia sicuramente i margini ma non è garanzia di vendita in un momento in cui si cerca un valore aggiunto quando si va in un qualsiasi negozio.
Trovo molto interessante questo passaggio: “Qualche anno fa Amazon aprì dei negozi totalmente automatizzati e senza personale, alcuni dissero che avrebbe rappresentato il futuro, ma così non è stato”.
Avere meno personale in vendita amplia sicuramente i margini ma non è garanzia di vendita in un momento in cui si cerca un valore aggiunto quando si va in un qualsiasi negozio.