Le aziende di cosmetica sono all’interno di un meccanismo di business finalizzato ad assicurarsi che le persone si sentano spoglie e insicure nell’aspetto, quando non usano i loro prodotti. Pertanto, i Brand hanno compreso come trarre vantaggio direttamente dalle masse di influencer dall’aspetto ridicolo che su Instagram appaiono belli nonostante cerchino di non esserlo.
In effetti, le persone incantevoli che ostentano sui social media di non aver bisogno di truccarsi per apparire belle non fanno altro che peggiorare le cose, dal punto di vista di chi le osserva.
Il messaggio che mandano è: “Sono così bello, anche senza provare ad esserlo”.
Anche se le loro intenzioni potrebbero apparire buone, l’effetto che ottengono sul pubblico è esattamente contrario.
Per la persona media, questi aggiornamenti non sono altro che la conferma di avere un disperato bisogno di aiuto; aiuto sotto forma di cosmetici o addirittura di chirurgia.
Per la moda vale la stesso principio. La influencer che mostra l’abito in un contesto grigio, presa alla sprovvista o con una foto mossa dimostra, a chi cerca di migliorarsi, quanto potenziale abbiano l’abito, la borsetta o le scarpe che indossa.
Questa è l’ingegneria dei bisogni. Nasce dal confronto, una sentita necessità che adottiamo istintivamente nel tentativo di essere accettati e apprezzati.
Su Facebook hai condiviso questo post con queste parole: “Anche se non lo vuoi questa immagine ti condiziona.
Le persone molto seguite diventano punti di riferimento”. La prima cosa che ho pensato è stata che gli “influencers” non mi interessano proprio; però, in seconda battuta, sì: quella immagine mi condiziona perchè ce l’hai messa tu e sei uno dei miei punti di riferimento.
E anche di tutto questo post tengo per me l’insegnamento finale: tutti abbiamo “bisogno”. Nei tuoi confronti di leggere, apprendere e confrontarmi. A volte “prendo cantonate”, altre trovo l’apprezzamento che mi gratifica.
Tutto ci condiziona, anche se non lo pensiamo ;)