C’è un enorme problema con i contenuti. Sappiamo che sono l’unico strumento di marketing che abbiamo, sappiamo che i clienti passano attraverso questi e sappiamo che i nostri concorrenti ne producono una grande quantità. I contenuti che possono distrarre i nostri possibili clienti non li creano solo le aziende, ma anche quotidiani, magazine e Blog. La concorrenza è sempre più efficace e ora si è aggiunta anche la figura del creator professionista, che molti amano definire “influencer”, ma soprattutto a produrre i contenuti sono direttamente i clienti attraverso le loro esternazioni estemporanee o i commenti sulle piattaforme di ecommerce o sui social network. Se per un consumatore la sfida è sapere cosa ascoltare e cosa ignorare, quella dell’azienda è riuscire a ottenere un accesso privilegiato o incanalare l’interesse dei propri clienti reali e potenziali.
Internet non può essere considerato un medium di massa: ha troppi canali, troppa interazione e, vista l’enorme frammentazione di chi vi partecipa, le aziende stanno tentando di inseguirli nei mille rivoli in cui viene apprezzata la comunicazione o in cui ritengono possano incontrare la domanda.
Emerge la nuova Generazione D
In questo interessante eBook gratuito edito da SAS, Alberto Maestri – che ne ha curato la prefazione – racconta qualcosa che condivido appieno:
“Non sto parlando di GenZ, iGen o Millennial, e nemmeno della Generazione C, quella trasversale per età ma sempre connessa dal mobile e dalle tecnologie digitali. L’ho chiamata Generazione D: disconnessa, ma non nella tecnologia. Piuttosto dai brand, dalle aziende, sempre pronta a sfidare la tanto osannata (e ricercata dai marketing manager di ogni azienda) fidelizzazione a un prodotto o a una marca a favore di una ricerca continua, di uno shopping illimitato, di un’esplorazione del nuovo – in inglese, newism – reso possibile dalla rete”
Questa generazione trasversale, che coglie le opportunità della connessione digitale, è diventata per le aziende la nuova frontiera della comunicazione. Ora il cliente si muove in direzioni sempre diverse o opposte rispetto al passato. Scopre il prodotto attraverso un video di YouTube, controlla le recensioni su un famoso ecommerce e visita il sito dell’azienda in cerca di conferme o di motivi per rinunciare all’acquisto. Ma potrebbe benissimo muoversi nella direzione inversa, o in chissà quali direzioni che sfuggono anche alla fantasia del più smaliziato marketer.
Non tutto è perduto. Ora abbiamo gli strumenti per studiare, tracciare e tentare di incanalare l’interesse e infine la domanda attraverso l’analisi del customer journey. Strumenti che sono in grado di anticipare le mosse del cliente attraverso un messaggio rilevante al momento giusto.I dati ci vengono in soccorso e l’eBook di SAS ci aiuta proprio a cogliere le loro potenzialità.
L’obiettivo è quello di essere aziende capaci di governare gli strumenti che permettono di riunire e interpretare tutti i dati che si hanno a disposizione, creando un’esperienza personalizzata in base alle esigenze del singolo e diventando così un’organizzazione incentrata sul cliente e non più sul prodotto.
Il cliente oggi diventa l’eroe della storia, i dati hanno la responsabilità di accompagnarlo attraverso una decisione di acquisto consapevole e libera dalle distrazioni del rumore dovute all’eccesso di informazioni che trova online.