Con la competenza lavori oggi, con la reputazione lavori domani. Questo è un grande insegnamento che ho fatto mio negli ultimi dieci anni. Ho visto gli effetti di questa dinamica su me stesso, su chi lavora con me, su alcuni miei clienti e sui tanti colleghi che qualcuno definisce impropriamente “competitor”.
Tra le mie innumerevoli scoperte degli ultimi anni c’è anche questa: evita di perdere la testa per qualcosa su cui non hai il minimo controllo. Il risultato – quando si parla di comunicazione – non è mai certo, l’unica cosa certa è il processo che ti porterà ad avvicinarlo. Se mi focalizzassi solo sul risultato, vivrei ogni giorno di frustrazioni e negatività. Quindi punto sull’unico elemento che posso controllare al 100%: il processo.
Mi sono detto: guadagnerò la fiducia delle persone solo se sarò coerente, affidabile ed etico. Mi concentrerò sull’esserlo, sul dimostrarlo e sull’imparare a comunicarlo.
Otterrò clienti migliori solo diventando il professionista che i clienti migliori desiderano.
Lo dice anche Seth Godin nel libro La pratica: “C’è una pratica a disposizione di ognuno di noi: adottare il processo creativo al servizio del miglioramento. La pratica non è il mezzo per raggiungere il risultato, la pratica è il risultato”.
Il processo è il risultato su cui devo lavorare. Voglio essere utile. Non è questo un motivo valido? Non è qualcosa di cui andare orgoglioso, anche se il risultato atteso potrebbe non manifestarsi?
Non esistono garanzie sul risultato, lo ribadisco, ma esistono delle enormi garanzie che possiamo cambiare noi stessi in meglio, aiutare le persone che si fidano di noi e che apprezzano il nostro cambiamento.
Prima di “essere qualcosa”, siamo la cosa che vogliamo essere. Siamo la promessa che precede il risultato, il viaggio verso la meta incerta.
Mi scontro spesso con questo modello di auto-coerenza, sii ora ciò che vuoi diventare, pensa come se lo avessi già realizzato, fatti, concretezza, etc .. Lavorando sulla comunicazione attiva ho compreso che innanzitutto bisogna sempre”metterci la faccia”, che per ituoi cari e i tuoi vecchi amici sarai sempre la solita testa di minc.. da prendere in giro per quello che scrive e per i “competitor” l’ultimo arrivato che ancora non ha capito che servono anni e anni di esperienza e non si può a un certo punto decidere di cambiare strada e reinventarsi perche quella vecchia sebbene sicura e radicante era ormai diventata tossica per l’evoluzione e la consapevolezza di se stessi.
Ho quindi “solo” compreso che non mi devo interessare al giudizio (almeno a quello da social haters), avere pazienza e continuare a postare quello che voglio portare; accogliendo i suggerimenti e cercando di migliorarmi osservando le esperienze altrui oltre le mie.