C’era una volta (ed è ancora largamente utilizzata) la canalizzazione che prevedeva un ufficio marketing che dava le direttive ai venditori il cui compito era convertire lead in prospect e prospect in clienti. Nella versione digitale di questo processo, il venditore è rappresentato dalla agenzia che promuove una pagina atta a “convertire” in clienti l’interesse ottenuto attraverso la promozione. Ovviamente, con tutte le varianti del caso, basate sulla tipologia del prodotto offerto: vendere un immobile richiede un percorso di acquisizione estremamente diverso rispetto alla vendita di un aspirapolvere.
A forza di gettare ami i pesci hanno imparato a riconoscerli
Molto del marketing che si vede in giro è stato pensato per un’epoca passata, in cui il venditore era la fonte primaria di informazioni per la clientela. I media erano di massa e poche aziende potevano accedervi, quindi il passa parola tra clienti era limitato alla ristretta cerchia dei legami forti.
Si è sfruttata molto, troppo, la pesca a strascico in target per piazzare vendite, costi quel che costi. I prodotti e i servizi sono sempre più spesso simili a quelli di aziende concorrenti e le promesse tendono a ingigantire ciò che effettivamente si ottiene.
Leggendo questa interessante ricerca realizzata da HubSpot si evince che il tipico “funnel di vendita”, tanto caro e usato nelle slide a convegni e presentazioni, sembra ormai aver fatto il suo tempo. I motivi sono abbastanza noti, ripassiamoli:
- Il principale dato riguarda la facilità di ottenere informazioni, sfortunatamente non da cataloghi e siti web dei venditori, ma da persone comuni che hanno raccontato su web e social la loro esperienza e recensito il servizio/prodotto.
- Raccogliere dati e contatti relativi a un pubblico verso cui fare remarketing è diventato complesso a causa delle stringenti norme sulla privacy, anche se in Italia noto che pochissimi le applicano (GDPR).
- La fiducia è in calo. Le persone hanno imparato a essere diffidenti di fronte a un’etichetta che indica un contenuto “sponsorizzato” o a un registro comunicativo che ha tutta l’aria di essere una promozione. Probabilmente perché si sono già “scottati” in precedenza.
Secondo la ricerca, marketer e venditori, hanno una credibilità inferiore a quella del barista che ti serve il caffè alla mattina. Sono dati USA, tuttavia li trovo credibili anche per noi. - I costi per ottenere l’attenzione attraverso i contenuti organici, quindi non a pagamento, sono raddoppiati nel giro di pochi anni. Il posizionamento nei motori di ricerca (Google e YouTube, in primis) è diventato sempre più arduo. Google, nella fattispecie, sta facendo concorrenza ai siti mostrando anteprime dettagliate che mostrano un veloce riassunto alle domande, riducendo il pubblico che andrebbe sulle pagine con le risposte.
I clienti non sono diminuiti, sono cambiate le modalità di acquisizione e persuasione. Oggi le aziende che crescono sono quelle in cui il successo della loro stessa attività è determinato dall’esperienza del cliente e da un approccio sincero, senza la patina della pubblicità, dell’interruzione o della forzatura.
“The Funnel is Dead” ha azzardato Iliyana Stareva, blogger di HubSpot. Consigliando di mettere i clienti al centro (questa l’ho già sentita) di gratificazioni, garanzie e opportunità dedicate a loro per evitare di allontanarli e indurli a comunicare la loro soddisfazione ad amici e sui canali social. Conclude il suo ragionevole post con: “un tempo, la tua azienda, era ciò che vendevi, ora è come lo vendi”.
Il funnel marketing è o era, a questo punto, una buona modalità per attrarre potenziali clienti. Che cosa può fare un personal brand ora? Affidarsi alla Seo da un lato e al Social Media Management dall’altro? Mi sembra insufficiente. Produrre contenuti sponsorizzati? Anche questo mi sembra in calo. Qual è la strada allora?
Avere un servizio/prodotto eccellente ad un prezzo adeguato mi sembra un’ottima base di partenza. Facilitare la conoscenza con un’ottima comunicazione poco autocelebrativa e molto orientata ai bisogni dei possibili clienti il secondo step. Guarnire il tutto con ottime relazioni, garanzie e pacche sulle spalle.
Il funneling di cui parlo qua sopra è quello hardcore volto sono a vendere e riempire le reti di clienti ;)
Quindi la formula sarebbe, se ho capito bene,: prodotto o servizio + blog + social media + brand advocacy?
Non esiste una formula. Se il cliente ha la percezione di affidabilità, solidità e convenienza si affiderà a te. Se saprai renderlo soddisfatto sarà tuo per sempre. Che strumenti comunicativi usare per ottenere questo? Dipende chi è il pubblico e cui ti rivolgi e il tipo di prodotto/servizio che vendi.
Secondo me sul medio-lungo periodo si tornerà a valorizzare, soprattutto nelle aziende, il buon vecchio sales account. Il “mestierante” che sa capire il cliente, dargli ciò che veramente gli serve e che sa seguirlo nel tempo (Bottom of the funnel).
A monte di tutto ciò dev’esserci un buon prodotto, un buon web marketing e un buon sistema di marketing intelligence (dati analitici).
La reputazione del sales account deve allinearsi con quella del brand aziendale, e con la qualità dei prodotti/servizi offerti.
Quando manca questo allineamento non si va lontano.
Un servizio eccellente ad un prezzo adeguato? È lei sarebbe un esperto di marketing?
Mi faccia un solo esempio di azienda che ha un servizio eccellente ad un prezzo “adeguato”.
Come si fa a definire un prodotto o servizio eccellente?
Semplice, con un prezzo alto! Non esiste altro modo.
Se Lei avesse bisogno di una consulenza ad esempio sul web marketing, si affiderebbe ad un consulente che si fa pagare 100€ o 500€ una consulenza?
A prescindere dal suo budget, immediatamente chi penserebbe essere più bravo e preparato?
So già la risposta.
Ps: se il funnel non ha nessuna strategia sotto, non offre contenuti di valore al cliente target, non hai mai funzionato. E non è perché le persone sono diventate più furbe, mi creda.
Pps. Con i funnel delle mie aziende faccio un sacco di soldi
Alla fine dei giochi, vincono il rapporto umano e la capacità di aver creato un database di clienti da (ri)fidelizzare, via email o sms. Insomma, come dire: tutto torna.
Quelli rimarranno, quelli intrappolati nelle reti fuggiranno alla prima occasione ;)
La differenza la fa il Brand Positioning
Anche quella. Ma scordati di ottenere clienti solo sull’immagine che hanno di te o della tua azienda. Servono garanzie, prodotti, soluzioni a prezzi adeguati ❤️
Come ho risposto anche a Giorgio Soffiato che ha condiviso il tuo post: Di per se il funnel non è una strategia, ma funziona con il marketing. Oggi, fra molti tanti “fuffari” fanno passare il concetto di funnel che non è nè più e nè meno del vecchio ciclo di vita del cliente dal marketing tradizionale. (basta che cambi nome e vendi chissà cosa ai creduloni o agli inesperti) Il cliclo di vita del cliente c’è sempre stato, come il buon marketing funziona, anche senza autorisponditori e diavolerie varie venduti dai vari Wanna Marchi del web.
Ho letto il libro della bravissima Iliyana Stareva di Hubspot che evidenzia l’approccio dell’Inbound PR nel suo ultimo libro https://www.iliyanastareva.com/books . Chiaramente se Hubspot sta sempre avanti, e non bastano certamente email automatizzate a sfinimento, Iliyana Stareva propone un approccio un po’ più articolato e in linea con il comportamento dell’utente odierno che può riconoscere da attività vicine allo spam e un approccio basato sul valore del cliente e dell’azienda.
Grazie per la segnalazione, lei dice cose sagge!
Thanks for the positive feedback about the book and its approach, Giulio! If you are willing too, it would be great to see this feedback as a review on Amazon or Goodreads – other readers will appreciate it.
Riccardo è sempre un piacere leggerti nella confusione e nel rumore dei tecnici dell’ultima ora, o dell’ultimo mese o dell’ultimo anno. Personalmente vedo un’attenzione ossessiva di clienti e marketers sugli strumenti, sulle “modalità” e ci si perde sempre più la sostanza. In fondo il nostro cervello rettile è sempre lo stesso, compriamo sempre di pancia, ma della nostra pancia alla fine pare che non si interessi nessuno, mentre si è occupati a costruire funnel vuoti. Vuoti di sostanza, vuoti di emozione, vuoti di valore.
Grazie Alberto, l’unione di comunicazione e tecnologia non ci consente di rimanere fermi un attimo. Tutto va interpretato continuamente
Mi piace prendere in considerazione ciò che scriveva Barthes (semplificando molto in questa sede) a proposito del sistema della moda il quale deve essere inteso in senso sincronico e diacronico (i cambiamenti della moda sono fenomeni regolari e ciclici).
Regolari e Ciclici.
Questa caratteristica io lo estendo a molti comportamenti sociali.
Chi si ricorda dei forum? Verso la fine degli anni’90 erano le piazze virtuali di chi desiderava confrontarsi su un argomento specifico.
Poi sono arrivati i social network e i forum sono stati abbandonati, ma non del tutto.
Infatti, dopo qualche anno, i forum sono ritornati con un nome diverso ovvero i gruppi su facebook.
Sono convinto che i pdf in regalo, le landing page acchiappa e-mail e i quattro video in regalo, saranno a breve messi da parte per lasciare spazio ad una relazione con il cliente più trasparente, naturale e sincera.
Grazie per l’articolo Riccardo. Mi hai dato modo di riflettere nuovamente su alcuni concetti che possono aiutarci veramente a costruire relazioni e non strumenti più o meno automatizzati.
gli anni ’80 torneranno di moda? Forse, ma ora meglio lasciarli dove sono :D
ora e per sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
Il funnel, per me, rimane uno strumento valido, lato marketer. Ma bisogna cambiare il metodo per alimentarlo: addio ai contenuti autoreferenziali senza una strategia coerente con il budget e le esigenze dei clienti.
Il nome dovrebbe essere illegale, sul resto possiamo discutere amabilmente :D
Ahaha! XD
Perché dovrebbe essere illegale? Voglio sapere: sento che c’è una storia dietro! O un nuovo post, magari… (messaggio sumbliminale in corso).
Finalmente metteremo da parte gli imbuti e inizieremo a pensare alle persone.
mbuti… su rieduchescional channel….
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