Ho scritto svariati libri su come trasformare il tuo nome in un Brand, ovvero qualcosa che generi aspettativa e fiducia in chi ti riconosce. Molti all’inizio mi hanno detto che è un’attività inutile e che bastano le competenze o i contatti giusti. Ora siamo alle porte della più grande crisi economica degli ultimi 100 anni. In autunno vedremo la chiusura di molte aziende e anche quelle più solide opereranno consistenti riduzioni di personale.
L’imperativo adesso è prepararsi alla “nuova normalità” periodo probabilmente lungo in cui le persone avranno meno risorse o tenderanno a non spendere a cuor leggero per paura di cosa possa accadere loro in futuro.
Che tu abbia un’azienda o un impiego da dipendente è arrivato il momento di prendere in seria considerazione la costruzione di un Brand personale.
I motivi sono molti, ma possiamo ridurli a due. Il primo è che la fiducia nelle aziende era già in calo prima della pandemia, mentre è cresciuta quella nei singoli imprenditori, negli esperti e nei comunicatori. Accade sempre più spesso che l’azienda sia trainata dalla persona che la rappresenta e non dalla comunicazione aziendale. Il secondo motivo è abbastanza logico: se hai un Brand personale rilevante e conosciuto ottieni un enorme vantaggio competitivo permanente in un’economia in cui scarseggiano le risorse e le assunzioni. Generi più contatti e si aprono più porte rispetto ai concorrenti che non hanno la tua stessa capacità comunicativa. Se sei noto e autorevole l’azienda che ti assume ha non solo un dipendente, ma anche un nuovo Brand ambassador.
In questi anni ho formato migliaia di persone sul tema del Personal Branding e ho scoperto che molti sono restii a impegnarsi, perché ritengono di non essere abbastanza pronti e autorevoli o hanno paura di esporsi. Cosa che impedisce di iniziare un percorso di questo tipo.
Una delle grandi sorprese che trovi nel mio ultimo libro è questa: non devi necessariamente essere un esperto in qualcosa per essere conosciuto. Nessuno è nato esperto. Ho aperto questo Blog nel 2012, perché volevo cambiare lavoro e mi appassionava il Marketing; allora non avevo idea di cosa stavo facendo, ho avuto solo la fortuna di comprendere che puoi comunicare quello che stai imparando nel momento in cui lo impari. Il mio motto era “studia e restituisci”, così ogni giorno imparavo cose nuove e le condividevo con chi iniziava a seguirmi.
Non c’è bisogno di sentirti intimidito dal fatto che non sei un esperto. Puoi iniziare oggi a farti una cultura su un argomento che ti appassiona e che vuoi diventi il tuo futuro; mentre lo fai, regala il meglio delle informazioni che scopri, in modo che altri si appassionino del viaggio che hai intrapreso e inizino a condividere e ad amare le tue sfide.
Se lo farai sarai un Brand, con poca concorrenza.
Si ci aspettano mesi molto difficili. Scarseggeranno come dici tu risorse e assunzioni. Io oltre a cercare sto seguendo seriamente il mio progetto sul web.
Questo si chiama parlare da uomini Ale!
Ho raggiunto l’età della pensione, ma dopo 10 anni come dipendente e 25 da imprenditore non penso minimamente al meritato riposo.
Sto seguendo un corso per Social Media Manager e vorrei far diventare l’esperienza di consulente export fatta dal 2013 come attività del prossimo futuro. Probabilmente avrò bisogno di leggere qualcuno dei suoi libri
Complimenti Paolo, il cervello non invecchia mai e darsi degli obiettivi è il sale della vita