Ho già insistito fino allo sfinimento nel dire che non puoi e non devi iniziare una qualsiasi attività di marketing senza comprendere chi sei. Non conoscerti ti rende inefficace e privo di direzione. L’obiettivo potrebbe essere quello di diventare utile, rilevante e richiesto. Ottenuta questa consapevolezza, il passo successivo è comprendere gli altri, cosa li muove, i loro bisogni e i loro sogni. Per ottenere queste utili e imprescindibili informazioni dobbiamo liberarci dai nostri preconcetti, dalla nostra superficialità e dalla tendenza a giudicare gli altri. Abbiamo un grande limite: non vediamo le persone per come sono, ma per come le immaginiamo noi.
L’essere umano soffre di un male congenito: pensa di conoscere e presume di sapere chi sia la persona che ha di fronte e quali siano i suoi bisogni. Pensiamo che se non piace o non è utile a noi non sia un buon affare per nessuno. Un mio caro amico, vedendo il prezzo di 1.500 euro per un famoso smartphone di fascia alta ha esclamato: “costa troppo, con questa crisi ne venderanno pochi”. I dati dimostrarono il contrario, appunto perché tu non sei, non conosci e non sai cosa passi per la testa delle altre persone. È probabile che non credano a ciò che credi tu, non vedano ciò che tu vedi o non vogliano ciò che vuoi tu. Per gli altri cambiano i tempi, le reazioni, il loro stato sociale, la disponibilità di risorse, la loro formazione, i condizionamenti a cui sono sottoposti, le tradizioni sociali o famigliari e addirittura le loro fobie.
C’è un unico modo per comprendere gli altri: liberarti della supponenza di chi crede di sapere tutto e iniziare a porre domande. Fatti raccontare la loro storia, di cosa vanno orgogliosi, cosa considerano utile, cosa odiano e cosa temono.
C’è una sola certezza in questo oceano di dubbi. Le persone amano essere ascoltate, apprezzano chi è interessato a loro e nutrono fiducia in chi mostra così tanta vicinanza da mettersi al loro servizio ponendosi in ascolto.
Facendo questo scoprirai che se parli di chi hai di fronte lui stesso starà ad ascoltarti per ore.
Verissimo. Forse rallentare aiuterebbe ad ascoltare.
Quando ascolti davvero, senza giudizio, permetti alla persona che hai di fronte di esistere. Si crea quello spazio in cui riesce a riconoscersi, in cui percepisce di esistere.
“Le persone amano essere ascoltate”
E la prova di ciò è semplice: quando incontri le persone, o le senti al telefono, senza fretta e chiedi “come va?” quasi tutte rispondono raccontando le difficoltà quotidiane, le preoccupazioni e le gioie, dal lavoro alla famiglia. E le lasci parlare. Alla fine sono poche quelle che di rimando chiedono a te “come va?” :)
Le persone fanno fatica ad ascoltare se stesse, figuriamoci gli altri :D
È davvero così. Parlare, ascltare conoscere chi si ha di fronte avvia una relazione forte di. Da subito. In una mia modesta pubblicazione dico che abbiamo tutti qualcosa da condividere, su cui fare insieme delle riflessioni, siamo tutti figli, genitori, imprenditori, collaboratori, abbiamo alla fine stesse ambizioni, stessi timori. Riuscire ad avviare una relazione su queste basi consente di avviare un rapporto di lungo termine e di fidelizzare il cliente in maniera sorprendente. A me capita così. Grazie Skande!
Tu sei lungimirante amico mio!
Come , medico di famiglia, per 40 anni sono arrivata a sublimare l’ascolto degli altri… esperienza incredibilmente utile e Arricchente… Puoi vedere le cose da angolazioni diverse.D’accordossimo con te….. complimenti
Grazie Gabriella!
TOP! TOP! TOP!
Ecco, io non ho uno smartphone da 1500 euro e annida i commenti un po’ come gli pare… :D