Non te lo nascondo: il maggior ostacolo per chi cerca un pubblico si presenta quando si hanno scarsa esperienza e grande confusione.
L’inizio è un momento traumatico e in pochissimi resistono oltre i sei mesi.
Ci sono passato anche io: ho cominciato e interrotto ben tre volte prima di trovare la forza interiore per superare il senso di frustrazione dovuto allo sforzo di realizzare una comunicazione costante, equilibrata ed efficace.
L’inizio è il momento in cui dovresti osare ma ti manca l’esperienza per farlo, perché non conosci le leve che smuovono emozioni e algoritmi. Nessuno è disposto ad ascoltarti poiché non hai ancora credito, un seguito e la tua comunicazione è emotivamente debole. D’altronde, chi si interessa a un profilo con 100 follower, che ha postato solo 5 contenuti, privo di direzione, riconoscibilità o importanti referenze?
E purtroppo non puoi studiare per prepararti: è una fase folle in cui soltanto i testardi riescono, quelli che amano le sfide e che credono molto in loro stessi. Sui libri, ai corsi e nei siti ti insegnano come comunicare, quali trucchi usare e “le 10 regole per scrivere un post di successo”. Ma non ti insegnano l’unica cosa che conta: superare lo stress del principiante.
Iniziare è un po’ come vendere senza aver mai fatto marketing, oltre al contenuto devi riuscire a veicolare interesse su di te attraverso le relazioni: cercare di raggiungere le persone giuste; stabilire con loro una connessione vera fatta di commenti pubblici e qualche messaggio privato ben curato; attrarre chi è interessato ai tuoi argomenti offrendo un “dono” e sponsorizzando senza tentare di vendere, ma solo facendoti conoscere per quello che hai da dire.
Ho notato che i primi 100 follower sono più difficili da ottenere dei primi 1.000. E i primi 1.000 sono a loro volta più difficili da ottenere dei primi 10.000.
Il fenomeno della “riprova sociale” è un comportamento umano che permette di evitare di ragionare: le persone possono liberarsi dalla fatica di capire chi è davvero rilevante per loro affidandosi al più seguito. Ed è qualcosa con cui dovrai fare i conti anche tu.
Non pensare che siano i tuoi contenuti il problema: se non ricevono attenzione è perché non sono rilevanti rispetto alle attese di chi li dovrebbe apprezzare.
Le persone sono pigre, ascoltano soprattutto chi credono di conoscere. (dinamica che è alla base dell’attività di branding)
Hai un notevole ostacolo da superare: affrontare la fase iniziale con l’umiltà di chi non ha certezze e con l’entusiasmo di chi sa che è possibile riuscirci.
Tu mi insegni che, se i contenuti hanno scarso interesse, molto probabilmente, stai investendo poco tempo nel COMPRENDERE IL TUO LETTORE/TARGET. Quale CONTENUTO per quale persona?
Ti rimando ad almeno una dozzina di post già pubblicati su questo Blog :D
Serviva proprio questo post, oggi che la solitudine e la sensazione di essere invisibile sono più forti.
Grazie!
Caro Riccardo, grazie per il tuo punto di vista è incoraggiante! Ci voleva. Ma c’è un altro problema da affrontare, oltre alla riprova sociale o comportamento da gregge di pecore.
Anzi due problemi: la scienza e la coscienza.
Mi fermo qui perchè sarebbe troppo lungo e annoierei.
Intanto grazie per condividere il tuo importante pensiero.
Ciao
Enrica