Qualche settimana fa, un conoscente – proprietario di una nota agenzia di marketing – mi ha confidato che un suo dipendente, riconosciuto e stimato per la sua competenza nel settore dell’advertising, gli ha causato un danno facendo chiudere un rapporto di lunga data: “È davvero bravo nel suo lavoro, ma non è riuscito a relazionarsi con il cliente, che mi ha scritto una mail piena di risentimento”.
Ci ho riflettuto lungamente e la domanda che mi sono posto è questa: possiamo definire una persona “competente” se non è in grado di connettersi, entrare in empatia o sostenere una proficua relazione con chi ha di fronte?
Per me, la competenza va oltre l’abilità di premere i pulsanti giusti, il gesto creativo o la profonda conoscenza tecnica. Estenderei la competenza all’abilità di rapportarsi con gli altri, di comprendere le loro esigenze e di rispondere in modo umano ed empatico.
Ad esempio, un medico può essere un eccellente diagnosta, ma se non riesce a comunicare con il paziente, a rassicurarlo e a spiegargli con chiarezza la situazione, la sua competenza risulta incompleta. Lo stesso vale per un insegnante che conosce la sua materia alla perfezione, ma non sa motivare gli studenti o adattare il suo metodo ai diversi bisogni della classe.
Questa capacità di fare “lavoro emotivo”, mettendo in campo empatia, comprensione e adattabilità, è ciò che distingue un professionista davvero competente da uno che si limita a seguire meccanicamente un protocollo. La competenza, quindi, è una combinazione di abilità tecniche e umane che permette di interagire in modo efficace con le persone in tempo reale, risolvendo non solo problemi concreti, ma anche emotivi e relazionali.
Una persona che dà per scontata la propria competenza può essere fagocitata dall’ego. Crede di possedere un dono magico e unico, che le permette di non sottostare a noiosi rituali di connessione con gli altri esseri umani. Ma non è affatto così, almeno per come la vedo io.
Gli atteggiamenti sono competenze. Ed è una buona notizia, poiché migliorare una competenza è qualcosa che possiamo fare con studio e impegno. Alcuni le chiamano “soft skill” perché non sono facili da misurare. Ma per me sono abilità reali. Sono comportamenti che determinano davvero fino a che punto possiamo arrivare e come sarà lavorare con noi man mano che progrediremo nella nostra crescita.