Due giorni fa su readwrite è uscito un interessante articolo scritto da Brian S Hall dove prende in considerazione le dieci professionalità dell’IT che avranno pessime probabilità ottenere lavoro in un prossimo futuro. Alcune non sono novità, ci sono gli sviluppatori di Adobe Flash, sistemisti di Windows XP, programmatori di Cobol, ecc.
Tra queste figure in declino appare a sorpresa il “SEO Specialist“.
Secondo l’autore Google sta migrando l’algoritmo: ricerche personalizzate e pertinenti basati sull’area geografica, cronologia web e ricerche suggerite diverse da utente a utente. La lotta per ridurre lo spam e le tecniche di indicizzazione sono senza quartiere, utilizzando una serie di segnali per determinare quanto una fonte sia affidabile, reputabile o autorevole. E non ultimo l’intervento manuale di verifica sull’attendibilità dei contenuti e correttezza/coerenza del sito (le risposte alle vostre, inevitabili, domande sono qua).
Aspettatevi che il lavoro di SEO Specialist avrà un declino in futuro. L’esplosione delle App per Smartphone, informazioni in tempo reale determinate sulla posizione geografica e soprattutto le condivisioni sui Social Media diminuiranno sempre più l’importanza dei risultati di ricerca
E conclude che la tecnologia in questo campo si sta spingendo sempre più su sistemi capaci di anticipare la nostra ricerca (come riportato nell’articolo di Brian Proffitt).
Prima di prendere degli insulti dai colleghi del SEO voglio dire che la mia posizione non è perfettamente aderente a quella di Brian, rilevo però che i segnali per preoccuparsi ci sono tutti. Il mio consiglio è passare velocemente (molti colleghi lo stanno già facendo) dal tentare di ingannare l’algoritmo al cercare di far capire al cliente che i contenuti di qualità solo la SEO del futuro.
La SEO del futuro – come ho spiegato in un post per veri dummies – è un’evoluzione. Se per SEO si continua ad intendere fare le pulci all’HTML forse il tipo ha ragione.
Se per SEO si intende ciò che dall’ottimizzazione tecnica porta alla definizione di una strategia evolutiva di un progetto: col cazzo che muore!
Sottoscrivo ogni parola del Merlinox!
“Quoto Merlinox ” parola per parola.
Se ne è parlato anche qua > http://blog.tagliaerbe.com/2013/04/seo-del-futuro.html
Anche secondo me parliamo di evoluzione e di figure capaci di vedere il business digitale in un’ottica più vasta senza essere solo solo tecnici dell’algoritmo. Resta poi il fatto tanto ovvio quanto misconosciuto che se ottimizzi alla grande qualcosa che poi, una volta cliccato sulla serp, non contiene niente di interessante il valore aggiunto non è poi molto elevato. Perché chi atterra sulle pagine è un umano, e se non trova niente se ne va, anche con il migliore seo/sem del mondo alle spalle. Questo lo dovrebbero capire prima di tutto le aziende che commissionano le attività, ma qui purtroppo l’ignoranza è grande.
Non posso fare altro che condividere quanto già espresso da altri prima di me.
Il SEO specialist – e anche su questa terminologia andrebbe scritto un post – dovrebbe sviluppare un approccio sempre più euristico e skill che non si limitino alla sola analisi di dati, codice, ottimizzazione server-side ma che gli consentano di avere un visione forse più “umanistica” e “markettiniana” del web.
Avverto un po’ troppo entusiasmo e, spesso ahimè, presunzione in personaggi legati ai social network: non nego la loro importanza ma sono convinto che non ricoprono tutta questa centralità che spesso si vuol far credere. Molte Survey (di fonti attendibili) sostengono ormai da tempo questa tesi.
Ah: ogni giorno sento di social che muoiono, social che nascono… non sarà mica la crisi che porta questa aria di cambiamento?
A partire dalla mia esperienza il problema non è mai la tecnologia, che va appresa e declinata secondo le necessità, ma il contenuto e produrre contenuti di qualità, curati e ben mirati ai differenti target costa tanto. Quindi spesso su questo tema non si investe. Purtroppo ;-)
Si dice da appena tre anni questa cosa e intanto io continuo ad avere i risultati migliori con le tecniche seo onpage e offpage tradizionali.
Anzi, devo dire che ultimamente la SEO “classica” funziona sempre meglio… sarà perché i miei colleghi/competitors passano tutto il loro tempo a studiare come fare posizionamento attraverso facebook e twitter ? :D
Basta però che non si dica che è seo anche usare “seo specialist” in firma. Fa molto triste, molto anni 90.
Francesco, ti prego dimmi come fai? :D
Su le mani per Merlinox :)
Penso anche che la prima regola di Google è “rendi il tuo sito indicizzabile” e questo richiede sempre, soprattutto per grandi siti, analisi e ottimizzazioni da qualcuno che ne capisce.
Inoltre come dice Merlinox, SEO non è soltanto meta tag e HTML, SEO è mille cose, dalla struttura e ottimizzazione dei link interni ad una corretta SEO copywriting fino ad una piu generale visione di Web Marketing. Fare SEO vuol dire saper fare tante cose e una figura del genere avrà sempre più richieste in futuro a mio modesto parere.
Il segreto è aggiornarsi, studiare, restare sul pezzo e seguire i cambiamenti. Non dovremmo invece lamentarci se dopo essersi fossilizzati su Flash per anni poi non si firmano più contratti…
We, mi credi se ti dico che è stato un riflesso involontario? Ero posseduto da un troll. Non mi firmo mai seo specialist (per altro è una chiave vuota). :-)
Non mi pronuncio sull’articolo perchè riuscirei ad essere prolisso sull’argomento dico solo che tutto sta in mano a google ma il giocattolo non sarà mai perfetto e quindi ci sarà sempre lavoro ma non per tutti: forse il perfezionamento riuscirà a buttare un po fuori chi oggi si definisce seo super. Pollici in su per “merlinox” di cui ho avuto il piacere di leggere qualche intervento sempre attento e preciso.
Tutto ciò che si trova su internet parte da una ricerca… alla base della ricerca ci sono le keywords… alla base di tutto c’è l’ottimizzazione!
Le apps che sostituiscono i siti web e i social network veicolo del traffico? Non è questa l’evoluzione del marketing online.
Quando leggo:
“Il mio consiglio è passare velocemente (molti colleghi lo stanno già facendo) dal tentare di ingannare l’algoritmo al cercare di far capire al cliente che i contenuti di qualità solo la SEO del futuro.”
mi domando:
“Pensate veramente che la SEO sia questo? Se qualcuno cambia modo di agire secondo me non ha mai capito in cosa consiste la SEO.”
Posso sentire tutte le fesserie del mondo, ma onestamente credo che il tipo ha ragione e sapete perché?
Semplicemente perché negli ultimi anni tutti si sono messi a fare SEO o dire che sono SEO e ora si stanno accorgendo di non esserne capaci.
In sostanza dunque è vero che gli specialisti del settore diminuiranno perché rimarranno in pochi (solo quelli veri).
Il search marketing è un lavoro serio e l’evoluzione attuale di Google dimostra semplicemente quanta gente ci si sia buttata semplicemente per cavalcare l’onda e senza alcuna competenza.
Tutti quelli che ora si stanno spostando dal termine SEO e cercano altri lidi e altri nomi semplicemente non lo sono mai stati.
Altra cosa da ricordare è che questo mestiere in mercato ultra competitivo non lascia briciole a chi crede che la SEO si basi sulla ripetizione delle solite trite e ritrite cosucce.
SEO is a serious job!
Anch’io “Quoto Merlinox ” parola per parola.
E comunque tentare di ingannare l’algoritmo oramai non porta da nessuna parte. Seo non vuol dire più semplicemente ottimizzare il codice html. Sta nei contenuti, quelli seri.
Si è vero i contenuti di qualità sono la SEO del futuro, tuttavia mi sembra un pò riduttivo. Content is king è una frase che gira da più di 30 anni. Ma una volta che hai finito con la parte homepage, cosa fai? Come fai la differenza per il tuo cliente integrando altri canali? Il futuro della SEO è sempre più tecnico, caricamento delle risorse, content rendering, schema.org, diventa complesso fare SEO per grandi siti web intervenendo solamente sui contenuti
Semplicemente fantastico trovare per caso questo articolo vecchio di anni che conserva così tanti spunti interessanti. Nonostante tutto cambi, a leggere qui mi rendo sempre più conto che, con il senno di poi, a cambiare è spesso davvero poco :)
Grazie per lo spunto Riccardo!