Secondo la teoria di Mark Granovetter, un sociologo che negli anni ’70 pubblico due articoli in cui spiegava le modalità con sui le persone cercano lavoro, esistono due tipi di legami.
- Legami forti
Gli amici più cari, i famigliari, colleghi di lavoro molto vicini. Caratterizzati da incontri frequenti e regolari. - Legami deboli
Conoscenti e persone che incontriamo occasionalmente, in questa categoria ci sono anche follower, una buona parte dei collegamenti di Facebook e altre reti sociali. Con queste persone, anche se li riconosciamo per quello che fanno, non abbiamo rapporti frequenti e ravvicinati. - Legami assenti o temporanei
Ad esempio la bigliettaia del cinema o il negoziante.
Nel cercare lavoro oppure clienti per la nostra attività e altri tipi di partnership i legami deboli si sono dimostrati più utili, perché, mentre quelli forti sono più vicini a noi e maggiormente ben disposti a fornirci un aiuto emotivo, in verità sono parte della nostra stessa cerchia, in cui spesso i collegamenti sono gli stessi, quindi poco utili ad indicarci un collegamento che non abbiamo già considerato.
I legami deboli, non ci danno il supporto emotivo ma possono ampliare la nostra rete e collegarci con numerose persone fuori dal nostro giro, in modo da farci avere maggiori occasioni. Quando una persona perde il lavoro, per prima cosa, pensa a cercare soluzioni con l’aiuto dei suoi legami forti, che essendo nella vostra stessa cerchia di amicizie, non riuscirà ad indicarci una strada alternativa a quella che avete già valutato da soli.
Il legami deboli sono maggiormente utili perché vivendo in luoghi diversi dal vostro, sono in diretto contatto con cerchie a voi sconosciute, amplificando moltissimo la possibilità di esservi utili, se lo vorranno. Per ottenere aiuto da questi conoscenti dovranno percepire il vostro valore. Grazie all’aiuto delle reti sociali in cui inserirete contenuti di valore provenienti dal vostro blog, sapranno di voi che siete un ottimo professionista e nel caso aveste bisogno, potrebbero indicarvi l’occasione giusta.
Tendiamo tutti a circondarci di amicizie fidate e siamo poco propensi a collegarci con persone che non conosciamo, in un ottica di rafforzamento dei legami forti ha senso, nel caso di ricerca di lavoro o di clienti molto meno. Secondo Granovetter la società è strutturata in cluster altamente connessi, ovvero cerchie ristrette di amici dove tutti conoscono tutti.
Secondo i ricercatori della Cornell University di New York, Duncan Watts e Steve Strogatz, qualunque persona è separata da qualsiasi altra da un numero limitato di relazioni. Tesi ripresa dallo scrittore ungherese Frigyes Karinthy che la teorizzo per la prima volta nel 1929. Fu dimostrato empiricamente che chiunque di noi può arrivare a chiunque altro al massimo attraverso 5/7 passaggi. In pratica voi potrete collegarvi ad Obama o il Dalai Lama attraverso l’intermediazione massima di 6 persone.
L’errore, nel crearvi un network di amicizie sulle reti sociali, è quello di circondarvi sarà considerare maggiormente quelli a voi più vicini e rassicuranti. Aprire le porte al dialogo con persone esterne alla nostra rete amplificherà e aumenterà di molto la nostra capacità di ottenere vantaggi lavorativi facendoci sviluppare una rete più efficiente e utile in caso di bisogno.