Decidere una strategia contenutistica su piattaforme che mutano rivolta ad un pubblico che cambia insieme a loro non è semplice.
La premessa è questa: esistono sostanzialmente due piattaforme popolari in cui inserire i video, YouTube e Facebook (lo so, si possono inserire ovunque, ma guardiamo in faccia alla realtà). La prima, YouTube, ha una vocazione (ma si sta trasformando) da motore di ricerca ed è apprezzata maggiormente da un pubblico giovane. In questa piattaforma il pubblico è paziente. Ci va per guardare dei video, quindi non ha fretta di andare a vedere se, alla grigliata di suo cugino, nelle foto, c’è la tipa che gli piace tanto. Facebook, al contrario, è una piazza di paese in cui si passa da un contenuto all’altro come se si fosse alla fiera della salsiccia. In questo caso, il video viene visto solo a determinate condizioni e sono maggiormente premiati dalle view quelli veloci, semplici e di “intrattenimento”, anche nel senso più deteriore del termine.
Se fossi un filmaker non avrei dubbi rispetto a dove postare, Vimeo. Anche se facessi video tutorial o recensioni di prodotti, software e videogame non avrei dubbi, il posto giusto è YouTube! Il dubbio viene quando la mia intenzione è trasformare in pillole video, contenuti e concetti che tratto in 300/400 parole sul blog. Per attitudine, ma anche per una questione di tempo, non vorrei lanciarmi in video che vadano oltre il minuto. Ritengo inoltre che un video di un minuto sia maggiormente apprezzato da chi ha una forma mentis, più predisposta allo svago che alla formazione personale. La sfida è far arrivare i miei contenuti, volutamente divulgativi, ad un pubblico che ha poco tempo e ama informarsi velocemente.
Questa è una sfida a cui sto pensando da mesi. Al confronto, fare il blog è stata una passeggiata. I video richiedono una preparazione tecnica, contenutistica ed esecutiva (attoriale) che non si può lasciare al caso. I miei punti di riferimento sono alti e, incredibilmente, nessuno di questi ha una tecnica e una strategia simile a quella degli altri. Anche volendo, quindi, mi è impossibile “copiarli”. Marco Montemagno è diverso da Andrea Galeazzi, pur essendo entrambi leader incontrastati nel loro campo. Rudy Bandiera e Matteo Flora sono completamente diversi per argomento, tecnica, presenza, linguaggio e strategia, ma entrambi sono efficacissimi. Se il blog scritto faceva percepire una differenza di personalità e di narrazione, il video rende ancor più uniche le persone e i contenuti.
Riassumendo, l’obiettivo di chi crea contenuti è sempre ottenere visibilità e stima presso un determinato pubblico. Il blog, negli anni, mi ha dato soddisfazioni e opportunità lavorative. I primi test con i video sono molto incoraggianti, ma sono ben lontano dall’aver individuato una strada che mi convinca. L’avevo trovata con il blog, di cui comincio però a intravvedere il tramonto (non ho detto che è morto o che sta morendo, eh!).
Questa volta siete voi che mi dovete aiutare. Qualsiasi idea al riguardo è ben accetta. Ho scritto questo post, perché i suggerimenti disinteressati che ho ricevuto nelle scorse settimane mi sono serviti moltissimo. Ho pensato di poter chiedere ai lettori, nella consapevolezza che la loro “intelligenza collettiva” è decisamente superiore alla mia.