Il social media marketing è una disciplina giovane, come utilizzare questo canale comunicativo è ancora oggetto di analisi e tentativi da parte di tutti quelli impegnati in questi nuovi canali di conversazione digitali.
Il passato
Se solo cinque anni fa, avessi proposto ad un’azienda di investire su Facebook sarei stato preso per un pazzo, cinque anni è un periodo talmente corto che è facile ricordare i principali avvenimenti di quell’anno, come; l’insediamento di Barak Obama alla Casa Bianca, la morte di Michael Jackson e l’inserimento del tasto “Mi Piace” su Facebook. Un periodo cortissimo e che ha, digitalmente parlando, rivoluzionato il mondo del marketing e delle conversazioni. Nel 2009 in pochissimi possedevamo uno smartphone (ricordo che venivo deriso dai possessori di BlackBerry), ormai di uso comune e ancora non esistevano i tablet, l’iPad verrà presentato al pubblico l’anno successivo.
Il futuro
Ora, alla fine del 2014, tutte le aziende hanno capito le opportunità di questi mezzi e ci stanno investendo o quantomeno avvicinando. Alcune investendo con maggiore entusiasmo, altre con più cautela oppure sfruttandole come customer care a basso costo. La maggioranza di queste aziende ha compreso che la forza di queste piattaforme è la profilazione del pubblico a cui andrà a comunicare e che ogni piattaforma ha un pubblico diverso, che gradisce un contenuto adeguato al luogo in cui viene postato. Queste aziende lungimiranti hanno compreso pure che nei social media, se si vuole visibilità, la si deve anche in parte pagare; perché lo scopo di questi enti non è caritatevole ma quello di generare profitto. Pochissime di queste aziende ha compreso (ma ci stanno arrivando, vedo) che NON sono luoghi dove “spingere contenuti”, ma luoghi in cui “attirare conversazioni” e che non si coinvolge il pubblico con tecniche da cartello pubblicitario o spot televisivo ma attraverso la trasmissione di “valori”, siano essi contenuti utili, immissione di buona reputazione e la buona conversazione alla pari. Poche aziende, anzi pochissime, hanno compreso che il loro marchio è meno utile sulle piattaforme sociali, rispetto alle persone. In questi ambienti le persone gradiscono conversare con altre persone non con marche, alcune hanno capito che un ruolo fondamentale lo possono avere i propri impiegati e dipendenti, che attraverso l’entusiasmo e la trasmissione di valori positivi bucano la diffidenza e fanno apparire l’azienda affidabile.
Nei social network sarà possibile, a breve, vendere e inviare denaro; l’anello mancante di una evoluzione che li vedrà diretti concorrenti di banche e negozi online e in cui avremmo maggiore possibilità di finalizzare vendite e acquisti.
Il video è decisamente il futuro, in questi giorni vediamo come Facebook stia sfidando YouTube, monopolista del video online, per strappargli fette di un mercato futuro ricco. Attraverso il video riusciamo a raggiungere e coinvolgere molte più persone che non attraverso messaggi di stato o di immagini; specialmente tra la popolazione che ha poca dimestichezza con la lingua scritta ( purtroppo, è una grossa fetta della popolazione). Il video è trascinato anche da piattaforme che hanno un grande seguito tra i giovanissimi, come Instagram e in parte Vine/Twitter.
Il blog resiste, è una tecnologia che potrebbe sembrare vecchia a chi punta tutto sul sociale, ma se adeguato alle nuove esigenze fa (e farà) ancora la differenza nel prossimo futuro. Va adeguato rendendolo fruibile alle tecnologie mobili che aumenteranno sempre più in futuro e rendendo i post facilmente condivisibili sulle principali piattaforme sociali. Il blog è soprattutto utile al fine di essere trovati sui motori di ricerca, cosa non applicabile ai post fatti su Facebook e affini, ed è anche il luogo in cui possiamo configurare alle nostre esigenze, sia grafiche che contenutistiche. Dal blog possiamo puntare a diventare “infuenzatori” di un determinato pubblico, se vi riusciremo avremo la garanzia di lavoro e contatti senza cercarli.
Di rimando anche appoggiarsi alle persone che sulla rete hanno un seguito, ben profilato, risulterà efficace per promuovere prodotti e servizi oppure per sostenere la comunicazione aziendale (influencer marketing).
Conclusioni
Il contenuto testuale, video e di immagini avranno sempre più un ruolo centrale. Indipendente dalla piattaforma e il messaggio che vorremo far passare. La reputazione aziendale e personale sarà sempre più verificabile e condizionerà le persone, così come la quantità di attenzione che riusciremo ad attirare verso i nostri contenuti, quella attenzione verrà monetizzata e la potremo rivendere o fruttare per il nostro business. Nei prossimi anni più che vedere mirabolanti innovazioni tecniche (che, inevitabilmente, ci saranno), si vedrà una maggiore presa di coscienza di come sfruttare le conversazioni in modo utile e profittevole, gli esempi e i casi studio saranno più comprensibili e le tecnologie diventeranno più mature e integrate con il vivere quotidiano.