Sia che si parli di un prodotto, di una marca o di Personal Branding, dovremmo pensare che non bastano solo contenuti e contenitori. Articoli e video sui principali Social Network e blog rischiano di essere indeboliti dalla mancanza di un terzo componente fondamentale della catena della promozione: un network di persone disposte ad amplificare l’azione di comunicazione.
Gli influencer, sia “domestici” che professionali, sono diventati elementi cruciali per chiunque voglia comunicare con efficacia. Il loro potere è decisamente superiore a qualsiasi forma di sponsorizzazione a pagamento, perché godono della considerazione di chi li segue. Sono autorevoli e affidabili. Al di sopra, in fatto di influenza, ci sono solo amici e parenti di chi fruisce del messaggio. Persone e aziende dovrebbero costruire una solida base di singoli individui particolarmente sensibili e disposti a diventare portavoce naturali del brand.
Perché gli influencer sono diventati così rilevanti?
I consumatori hanno scoperto che, attraverso il digitale, è possibile sentire una enorme varietà di voci che ci permettono di limitare enormemente acquisti sbagliati e di poter conoscere molte più offerte. Oppure possono rimanere al passo con le innovazioni grazie agli opinion leader digitali. Questi, negli anni, hanno saputo far crescere un pubblico e trattenerlo attraverso l’onestà di giudizio. Nessuno segue un blogger che promuove qualsiasi cosa senza critica o, peggio, raccontando falsità. Questo è il vero punto di forza di questi comunicatori verticali.
Le grandi aziende hanno compreso che non possono fare a meno di una rete a supporto della loro comunicazione e favoriscono le relazioni con chiunque possa, spontaneamente o a pagamento, supportarli nella comunicazione.
L’esempio di Disney e HP
Secondo Lisa Richwine, di Reuters, le mamme hanno una grande presenza online e la capacità di influenzare i viaggi e l’intrattenimento di altre mamme. “Per una grossa fetta dei nostri ospiti, sono le mamme che stanno stimolando le decisioni di viaggio”, ha detto Tom Staggs, direttore operativo della Disney. Da qualche tempo, la nota azienda dei parchi a tema, fa leva sulle madri (anche su alcuni padri) per trasmettere la giusta dose di entusiasmo e far prendere la decisione di visitare i parchi alle famiglie a loro collegate. Le mamme blogger hanno la capacità di aggregarne molte altre a cui dispensano utili consigli sui loro figli e dalle quali sono prese ad esempio.
Anche HP, per l’operazione MyPrintly, ha “assunto” 14 mamme blogger, inviando loro una stampante con cui stampare idee, progetti e disegni dei propri figli in modo da stimolare altre madri all’acquisto.
Come creare una rete di comunicatori digitali?
I naturali consumatori sono la chiave. Se tra questi esistono figure particolarmente brillanti dal punto di vista comunicativo vanno assecondate e favorite con l’invio di prodotti omaggio e con il loro coinvolgimento in eventi. Nei confronti di quelli che già amano l’azienda basta un occhio di riguardo per ottenere la loro più totale vicinanza.
I comunicatori professionisti hanno un bacino di pubblico più vasto, hanno maggiore capacità comunicativa e di relazione e difficilmente si attiveranno con una fornitura di prodotti o con l’offerta di viaggi gratuiti. In questo caso va stabilito un compenso economico commisurato al tipo di pubblico e alla loro capacità di coinvolgimento della platea.
Le aziende e le singole persone, devono essere molto attente a chi parla di loro. Nel caso di un sostenitore occorre avvicinarlo e renderlo partecipe della comunicazione. L’alternativa è affidarsi alla sola pubblicità che viene sempre più bypassata dagli utenti che hanno compreso che quello che vogliono è la relazione, e non la promozione.