In questo momento storico, nel marketing digitale convivono due approcci opposti. Uno più scientifico e analitico e uno più relazionale e umanistico.
Il primo è sostenuto dalla forza dei dati e delle ricerche su specifiche parole chiave. L’abilità di farsi trovare dove l’utente mostra interesse genera una probabile vendita. Sacrosanto.
Il secondo ha un’anima più relazionale ed è volto a creare, in un pubblico che ignora l’opportunità, l’esigenza di un determinato servizio o prodotto. Sostenuto dalla relazione e dalla reputazione aziendale e da quella personale, l’utente preferirà affidarsi a chi lo rassicura meglio rispetto all’acquisto compulsivo rivolgendosi a sconosciuti fornitori.
Quando il mondo del marketing digitale era dominio di forum, blog e motori di ricerca il primo approccio vinceva decisamente sul secondo. Alcuni anni fa, erano i link e le parole chiave a farla da padrone. Chi sapeva dosare sapientemente questi elementi otteneva la tanto agognata vendita.
La tecnologia evolve. Sono nati i social media, hanno ottenuto il seguito di una sostanziale parte della popolazione mondiale, tanto che alcuni sono convinti che Facebook sia Internet. La tecnologia è sempre più portatile, indossabile e consente a chiunque di connettersi in qualsiasi situazione. Il traffico sui motori di ricerca è in calo, specie da mobile. I motori di ricerca stanno evolvendo velocemente e i segnali che inducono a determinare che un contenuto si posizioni meglio di un altro sono mutati dai classici link, introducendo metodi basati sul comportamento umano e sociale.
Prendo a prestito le parole con le quali Rand Fishkin, recentemente, ha dichiarato in un video che,
“l’importanza delle query e del traffico correlato come fattori di ranking, metterà a dura prova chi si occupa di SEO nello stile classico della vecchia scuola.
Costruire un brand, intorno alle parole chiave che identificano un servizio o un prodotto, non è più una questione di “keywords, link e architettura dei contenuti”, ma richiede le competenze di comunicazione e di relazione del digital marketing”.
Secondo Fishkin si tratta di pensarla in maniera olistica attirando pubblico da social, mail, messaggistica, passaparola e addirittura dalle relazioni personali offline.
Le tecnologie attuali permettono di analizzare questa grande mole di dati che si chiama rilevanza sociale e sempre più la utilizzeranno in futuro. Oscar Farinetti sostiene, e mi trova d’accordo, che una tecnologia è tanto più vincente quanto più è in grado di replicare i comportamenti della natura e umano. Google ha compreso che il risultato migliore nasce da un’aspettativa umana, non da una tabella di parole chiave su un foglio di calcolo e sta prendendo i dovuti provvedimenti.