Se volete ottenere qualcosa dall’attività di comunicazione digitale finalizzata a trovare lavoro o clienti le cose da fare non sono poi così tante. La difficoltà che vedo spesso, anche tra amici e colleghi, è quella di non avere una strategia, dove con il termine strategia non intendo aver realizzato uno schema da seguire su carta o un piano editoriale. La strategia di cui parlo è uno stato mentale che prima di tutto deve servire a fare chiarezza sui vostri obiettivi e ad individuare il target corretto affinché si realizzino. Il tutto condito da una forte dose di distaccata autoanalisi che, in modo lucido, comprenda dove sono le criticità. Quest’ultima è complessa da realizzare, perché spesso si tende a sopravvalutare o sottovalutare le azioni che si compiono e questa “sensibilità” la si ottiene solo con l’esperienza.
Anche se incontro ancora molti professionisti avversi alla pratica del Personal Branding digitale, rilevo che i “reclutatori”, e i selezionatori di personale, sono maggiormente propensi a crearsi un’opinione partendo dalle informazioni che trovano online relative all candidato. Anche se le ricerche sul web non hanno sostituito le raccomandazioni personali la prima impressione che si forma durante la scansione di profili è un elemento che rende un profilo preferibile rispetto ad un altro.
Costruire una buona immagine è importante. Ho già parlato dell’importanza della foto e della bio. Se, ad esempio, possibili clienti e reclutatori sono alla ricerca di capacità operativa e consolidate esperienze pregresse, dovrete mostrarle nei luoghi più opportuni come il profilo LinkedIn o in una vostra pagina del blog. In base alla vostra disponibilità di tempo e all’attitudine personale, dovrete essere presenti nelle piattaforme in cui avete il massimo dell’efficacia, valutando anche se il vostro target effettivamente utilizza le suddette piattaforme. Evitate l’oversharing, ovvero la pratica molto diffusa di postare a casaccio tutto quello che vi passa per la testa, sostituendola con pochi e ben pensati post in cui raccontate qualcosa di voi, risolvete un problema tipico del vostro target o esibite una vostra opinione verticale sul tema che trattate. Le lamentele e le battute velenose sono da evitare o da ridurre ad una minima percentuale della vostra attività di comunicazione.
La costruzione del networking è fondamentale al pari e forse di più dei contenuti. Il contenuto non ha visibilità senza distribuzione e la distribuzione si ottiene attraverso due fattori: la quantità di seguito e la vostra reputazione percepita. Seguito e reputazione si ottengono con i contenuti di qualità, e questi ultimi a loro volta fanno aumentare il seguito e rafforzano la reputazione. Un circolo virtuoso che si auto alimenta e che cresce giorno dopo giorno. Rispondere ai commenti, porsi al pari di chi vi segue, avere un’indole benevola e accogliente, essere coerenti e onesti sono le doti che non si possono studiare sui libri e che decretano il successo di un profilo e di un’attività comunicativa personale.
La percentuale di popolazione dedita a questo tipo di attività è talmente bassa che chi la esegue correttamente non avrà problemi ad incrociare le ricerche di reclutatori e clienti. Le vostre effettive competenze e capacità completeranno e finalizzeranno una vendita o l’assunzione, perché il Personal Branding non significa ottenere lavoro sicuro ma solo raccontarsi ad un pubblico giusto.