I blogger con esperienza hanno tutti piccoli segreti, questa volta parlo dei segreti della post produzione. Tutte le pratiche che servono a diffondere il proprio post al maggiore pubblico possibile. Sono questi i segreti che pochi vi riveleranno in un post e che fanno parte del quotidiano impegno ad accrescere il numero dei lettori.
Non parlo, anche se esistono, dei gruppi segreti in cui si radunano alcuni di essi per creare sinergie: celebre il caso delle fashion blogger che vennero denunciate da una di loro messa in disparte. Mi riferisco a tutte le pratiche di networking, luoghi in cui condividere e il “giro promozionale” che quotidianamente viene eseguito subito dopo aver pubblicato un articolo.
Il networking tra blogger è in uso da sempre, anche prima dell’esistenza dei social network. In tempi passati i Blogroll (liste di blogger inserite nelle sidebar) e i link interni ai post, con un sistema di citazioni autoreferenziali, si sopperiva all’assenza dei social network. Oggi, con questa moltitudine di piattaforme sociali, il networking viene fatto in modo diverso e più organizzato. È consuetudine, si chiamano “social” apposta, che a forza di “vedersi” online si creino amicizie tra colleghi e che spesso, la stima reciproca e lo stesso argomento trattato, generi consuetudini ad autosostenersi nell’attività quotidiana di condivisione. Arrivarci non è complesso e presuppone un’attività di interviste, citazioni ed infine mostrare che si condivide il contenuto del blogger che si vuole rendere “amico”.
La condivisione sui propri canali sociali potrebbe non bastare e spesso vedo postare l’ultimo articolo del blog su gruppi di Facebook, community di Google Plus e gruppi di LinkedIn a tema. Questa pratica va fatta con estrema cura, considerando che spesso non è molto gradita al moderatore che vede nell’autopromozione un mezzo per sfruttare il suo lavoro di aggregazione. Va fatta un’indagine preliminare, inserendosi in questi gruppi per gradi, in modo da essere riconosciuti come membri autorevoli e che partecipano alla vita del gruppo, pena, il “ban” a vita.
Altri utilizzano i metodi più diversi, che vanno dalla vecchia ma sempre funzionale mail attraverso mailing list di amici e iscritti al blog, fino ad arrivare a gruppi di Whatsapp e altre invenzioni.
I modi di diffondere i vostri contenuti sono infiniti, un buon post, con un buon titolo e una buona immagine potrebbe non essere sufficiente ad ottenere un riscontro di pubblico e, almeno all’inizio, va spinto e consolidato con tecniche in cui serviamo il contenuto su un piatto d’argento direttamente a casa del presunto interessato.