Un paio di giorni fa Riccardo Mares mi ha “trollato” su Twitter attribuendomi la frase, “ma come, fate ancora un blog nel 2015?!”, frase che non ho mai pronunciato, ma che pensandoci bene potrei pronunciare tra pochi anni se la tendenza venisse confermata. I presupposti per cui si fa un blog sono molteplici e non li elencherò tutti. Ribadisco soltanto che uno dei motivi principali è l’essere trovati nelle ricerche di Google e come fulcro della propria comunicazione sui media sociali, elemento indispensabile sarà disporre di un blog che si adatti alla risoluzione degli immancabili smartphone. Cinque anni fa un blog viveva la sua età dell’oro, sono molti i blogger ormai divenuti celebri, esplosi in quel periodo. Oggi è ancora consigliabile realizzarne uno, ma sono evidenti alcune tendenze.
Nello studio “The Slow Death of Search”, realizzato da globalwebindex, si evidenzia come la ricerca di Google, venga utilizzata solo da un utente su due: la metà di chi accede ad Internet con gli smartphone, di conseguenza, non utilizza il web, ma solo app. Facebook oggi rappresenta il punto di accesso a Internet di una larga fetta della popolazione che ha poca dimestichezza con i mezzi digitali e che, di conseguenza, ne esce solo se incontra link, ma spesso non è propensa a seguirli e ad uscire dalla piattaforma. In virtù di questo, alcuni social network, come LinkedIn, hanno ideato una piattaforma interna di blogging che permette di rimanere all’interno della app e di poter condividere i post sulle altre maggiori piattaforme. Altre piattaforme come Medium, Tumblr e l’italiano Quag si pongono come obiettivo di affermare app che facilitino i blogger privandoli delle necessarie customizzazioni e spese per costruire un blog di proprietà, fornendo un pubblico, strumenti semplici per la condivisione e l’ottimizzazione SEO.
Il web è il presente e il passato, ma potrebbe non essere il futuro. Cinque anni sono lunghi e nel 2020 le app saranno un giardino felice in cui troveremo tutto. In questi giorni Facebook sta stringendo accordi con alcune grosse testate giornalistiche americane, proprio come afferma una recente agenzia ANSA: “In futuro le notizie dei giornali le vedremo direttamente su Facebook, in bacheche ‘affittate’ alle testate che ospiteranno contenuti e articoli, senza rimandare a siti d’informazione e domini esterni. Il social network garantirebbe comunque ai giornali una parte degli introiti prodotti dalla pubblicità”.
Gli utenti trovano scomodo fare ricerche su Google e Internet diventerà l’alter ego della TV con una programmazione molto personalizzata e cucita attorno ad ognuno di noi.
Tra cinque anni, un blog su WordPress come questo, avrà ancora un senso?