I social media di oggi sono quasi tutti basati sulle immagini, perché le immagini hanno la capacità di riuscire a farsi comprendere molto più velocemente rispetto ad un qualsiasi testo. Alcuni studiosi hanno misurato che il cervello è 60.000 volte più veloce ad elaborare le immagini rispetto ad uno scritto. Altri studi confermano che la presenza di un’immagine a corredo del titolo in un social media aumenta di molto il tasso di coinvolgimento e di clic sul link.
L’immagine ha anche il potere di condizionare il lettore nella valutazione di quello che sta leggendo: non a caso, quando un quotidiano vuole parlare male di un determinato politico, utilizza una foto di quest’ultimo ripreso nel peggiore dei modi o mentre ha un’espressione stupida.
L’immagine più coinvolgente è quella in cui vengono ritratte una o più persone: le facce ci rassicurano e fanno trasparire il lato umano: la conferma di ciò è che il maggiore social network si chiama Facebook e che gli algoritmi riconoscono e premiano la presenza di un volto.
Nonostante le immagini raccontino una storia, aiutino a rivivere e ricordare un momento, facilitino la condivisione, da sole non bastano. Un titolo e una descrizione aumentano moltissimo il loro potere attrattivo e facilitano la chiamata all’azione (come un semplice clic sul link). Ribadisco il fatto che le immagini che hanno più presa, sono quelle in cui si vede un volto umano: sfruttatela quindi per far vedere voi stessi impegnati nel vostro lavoro in modo da dare una consistenza diversa al racconto che fate della vostra professione. Il raccontare quello che succede dietro le quinte rassicura e facilita la percezione di professionalità, molto più che se direte che avete il prodotto migliore o il più conveniente.
Lo storytelling attraverso le immagini può iniziare anche con due sole immagini; vedete nella foto a destra vedete la piazza Indipendenza di Kiev prima e dopo l’occupazione e gli scontri contro il presidente filo-russo Viktor Yanukovych. Queste due fotografie raccontano molto: descriverle in modo efficace con un testo avrebbe richiesto almeno una pagina scritta. Nella foto possiamo intuire la violenza degli scontri, l’odore del fumo e le urla dei manifestanti, fino alla desolazione finale di una piazza bruciata e devastata.
Nelle immagini è possibile anche inserire dei testi con un programma grafico. Questa operazione è particolarmente utile per la condivisione, perché garantisce che ricondivisione avvenga mantenendo inalterato il messaggio. Capita spesso che una foto si “viralizzi” a forza di copia e incolla da un profilo all’altro, e il messaggio ovviamente può non essere riportato correttamente o addirittura stravolto; scrivendo un messaggio sopra la foto preserveremo lo spirito che ci ha spinto a condividerla.
Riassumendo, le immagini hanno il potere di:
- Catturare l’attenzione del pubblico
- Aiutare a semplificare contenuti complessi
- Creare un legame emotivo con il pubblico
Farne a meno, significherebbe partire azzoppati e coinvolgere una percentuale decisamente minore di utenti. Su noti quotidiani, per descrivere eventi di cronaca o di attualità, ora realizzano le foto storie: gallerie fotografiche che raccontano una vicenda o fanno la sintesi di quello che è accaduto. Sono le sezioni più visitate nei giornali, perché l’utente medio non ama leggere e le foto informano e formano opinioni.
Con la nascita delle riviste nel secolo scorso e dei media digitali vivremo sempre più di immagini e dovrete essere in grado di trattarle e inserirle nei vostri racconti.