Se svolgete un buon lavoro con l’Inbound Marketing personale o con il Personal Branding diventate visibili e attirate su di voi l’attenzione di clienti, colleghi e gente che incappa nei vostri contenuti. I media digitali hanno la prodigiosa capacità di allargare il pubblico in maniera esponenziale, in base alla vostra abilità di creare e distribuire il contenuto.

Cosa significa essere una “celebrità”?
Secondo Wikipedia, “una celebrità è una persona ampiamente riconosciuta dalla società”. Questo significa che non sei celebre fino a quando per strada non ti riconosce una buona percentuale delle persone che incontri. Come disse Shirley Temple, “ho smesso di credere a Babbo Natale quando avevo sei anni. Mamma mi portò a vederlo in un grande magazzino e lui mi chiese l’autografo“.
Se la celebrità è questa, temo che pochissimi tra i “noti” personaggi dei media digitali possano vantarsi di averla. Possiamo affermare che questa è l’epoca della microcelebrità, o della celebrità di nicchia. Essere conosciuti e riconosciuti in un determinato settore o argomento è il tipo di fama che possiamo assicurarci, in autonomia, con questi strumenti alla portata di tutti.

Gli haters

Tralasciando la figura patetica di chi si procura una fama virtuale attraverso l’acquisto di fan e follower, pratica molto comune, chi riesce ad ottenere un pubblico più o meno vasto sui social è visto con ammirazione dal suo seguito. licordari guruA ciò si aggiunge il risentimento di chi lo disprezza per le ragioni più diverse. “Le critiche sono la tassa che un uomo paga al pubblico per essere famoso” disse Jonathan Swift e queste sono anche una solida metrica del successo. Non è possibile ottenere un vasto seguito passando inosservati a chi pensa che non lo meritiate. La cosa divertente è che criticare i presunti “guru” della rete li rende Guru per davvero, perché è la critica a sancire l’inferiorità di chi la propone, elevando chi ne viene investito. Nessuno parla di chi non è conosciuto. Si sa sempre a chi è rivolta una critica. Sempre.

hater rilevati attraverso Digimind
hater rilevati attraverso Digimind

Sui social network, e nella rete in generale, ci sono persone che, in questo momento, stanno vivendo un momento di celebrità. Per ragioni di studio, indago il loro Personal Branding, li osservo e tengo monitorate le conversazioni che li riguardano e noto che, all’aumentare della loro popolarità, aumentano anche gli haters al seguito. “La fama è come una calamita che da un lato respinge gli amici, dall’altro attira nemici” (Andrzej Majewski). Chi vi vede ottenere l’onore della notorietà, istintivamente, pensa che gli togliate qualcosa che un po’ gli appartiene, opportunità, attenzione e l’aver alzato l’asticella ad un livello più difficile da raggiungere.

I discepoli

Henry Kissinger diceva che “il lato positivo dell’essere una celebrità è che quando annoi le persone, pensano che sia colpa loro”. La notorietà e l’autorità in materia, se da un lato vi fanno guadagnare persone ostili, dall’altro favoriscono un seguito di persone adoranti che vi tributa meriti e gloria, anche se non fate nulla di così speciale.
Potrei citare, come accade in questi casi, l’euristica della “riprova sociale” di Robert Cialdini, ma questa dinamica è stata raccontata anche dal nostro Leonardo Da Vinci, che disse: “Il mezzo più efficace di ottener fama è quello di far credere al mondo di esser già famoso”. A questo servono tutte le tecniche che molti applicano per l’aumento edulcorato del seguito e dei like. Se chi non vi conosce vede un seguito vasto pensa di voi che siete già famosi!
Ottenere “discepoli” è un’altra metrica del successo. Sono quelli che hanno fiducia in voi e che vi apprezzano a prescindere e sui quali avete un grande ascendente. Averli non è semplice, è complesso quasi come ottenere un hater. Queste figure vi renderanno, entrambe, un “guru” nel vostro ambito.

Conclusioni

La saggista statunitense Erica Jong ha detto che “avere fama significa che milioni di persone hanno un’idea sbagliata di chi tu sia”. Le persone vedono solo l’aspetto superficiale di chi incontrano ed è facile ingannarle mostrando l’aspetto migliore di noi. C’è anche un altro aspetto che non vedono e cioè la fatica nel costruire le competenze, ottenere lavori prestigiosi e costruire contenuti complessi come libri o video. Il successo è un lavoro che richiede impegno e talento. La critica, invece, si basa su un veloce ed estemporaneo sfogo della propria frustrazione e insoddisfazione.