Siete esauriti, il lavoro vi opprime, il capo non vi da tregua, avete più scadenze sul tavolo di quello che riuscirete a fare oggi. Stanchi della noia della giornata vi concedete 5 minuti di relax sui social per vedere cosa stanno facendo i vostri amici e colleghi: che fate in quel momento? Leggete un contenuto di 4000 battute creato da un eccellente content manager aziendale? Vi impegnate a ragionare sull’ultimo editoriale di Eugenio Scalfari scritto in un linguaggio forbito e intellettualmente curato? Leggete l’ultimo post del blog dell’influencer di grido?
A meno che non siate dei marziani, scorrerete distrattamente la newsfeed dei social network in cerca di occasioni per risollevare il vostro umore, saltando tutte le markette pubblicitarie, i contenuti creati con grande cura da qualche social manager aziendale, tutte le news sull’impegno americano in medio oriente e le offerte irripetibili delle ADV sponsorizzate, andando a fare like come un forsennato a tutte le foto di cuccioli di gatti, cani, koala, criceti, pappagalli e nutrie che troverete nella timeline, e infine, a tutti i piatti di pasta e hamburger (se ora di pranzo) oppure spritz e aperitivi (nelle ore serali).
Forse ho esagerato, ma non molto. Abbiamo energie intellettuali limitate e quando vogliamo distrarci (a meno che non sia un lavoro esclusivamente manuale) non impegneremo ulteriormente il nostro cervello con ragionamenti e sfide intellettuali. Cercheremo di scaricarci con contenuti semplici e che non ci impegnino, se in quel contenuto ci sarà una forte carica emotiva e di divertimento avrà vinto le nostre attenzioni.
Negli USA i grandi quotidiani e media sono preoccupati per il fenomeno BuzzFeed, che con una linea editoriale dettata dal pubblicare solo quello che la gente vuole, sta fagocitando una buona fetta del mercato pubblicitario. Anche in Italia sono nati portali simili, anticipati dalla presa di coscienza dei quotidiani nazionali che hanno affiancato una colonna di destra di news “leggere” per non farsi sopraffare sui social. Abbandonare la linea editoriale, per un grosso quotidiano che prevede contenuti di altissima qualità su arte, filosofia, architettura, musica ecc. ma elitaria, per il video attira share del cane che canta “my way” di Frank Sinatra costerà molto alla cultura.
Se è vero che il 70% degli italiani non sa leggere un testo di media complessità dovremo prendere atto che i contenuti troppo complessi saranno contenuti di nicchia. Su Facebook quasi metà degli italiani è iscritta, di questi moltissimi non comprendono la parola scritta e si impegnano esclusivamente con foto di bambini e cuccioli, essendo questi l’unica forma di comunicazione alla loro portata. Se anche i grossi media si adeguano non c’è futuro per chi sperava in un incremento della cultura di massa.
Vincere facile su Facebook
Poi scopri che Taylor Lorenz, Head of Social Media al The Daily Mail, afferma di aver trovato il trucco per essere in cima al newsfeed di Facebook. Per ben quattro giorni di seguito con parole chiave come: matrimonio, bambino, fidanzata e nuovo lavoro. Questo perché l’algoritmo premia tutti gli avvenimenti importanti.
Non c’è scampo, content is the king, a patto che sia futile e facilmente comprensibile.