Sono sempre più convinto che Facebook sia il peggiore social network in cui curare il proprio personal branding, a meno che non siate già famosi come un VIP della TV. Se siete persone comuni, per come è strutturata l’architettura del social network di Zuckerberg, vi costringerà a dialogare sempre con le stesse persone. Potrete mostrare quanto siete stati bravi a colleghi, amici e parenti ma non servirà a molto, se il vostro obiettivo sarà ottenere nuovi utenti sul sito e opportunità lavorative.
Al contrario i social network concorrenti come Twitter, LinkedIn e Google +, sono più efficaci a generare conversazioni ampie grazie all’utilizzo di hashtag (tranne LinkedIn). La loro forza è data grazie alla predisposizione ad essere utilizzati come mezzi informativi, è più probabile che un link venga cliccato da un utente di questi social “minori” che dal più popolare Facebook, ma non solo, spesso l’utente è su queste piattaforme per scopi diversi dal solo “intrattenimento”. Chi vive su Facebook odia uscirne cliccando un link con destinazione ignota e ama le conversazioni sulla newsfeed. Anche se abbiamo come amici professionisti integerrimi, lo spirito con cui affrontano la piattaforma è soprattutto per distrazione e svago.
Facebook, per chi come me basa la maggior parte dell’attività contenutistica sul blog, è utile per consentire la condivisione dei post nelle bacheche dei lettori attraverso il pulsante di condivisione sul post. In definitiva rilevo che è quasi totalmente inutile per la condivisione personale, che ovviamente ottiene riscontro dai soliti che fanno like spesso solo per amicizia e abitudine.
Con questo non voglio dire di abbandonare Facebook, a cui attribuisco ottime qualità per le promozioni a pagamento e per legare a se amici e colleghi. Rilevo solo che è decisamente meno utile per raggiungere nuove persone e che non dedicarsi alle altre indispensabili piattaforme è limitante, se vogliamo ottenere buoni risultati con il nostro blog.