Da qualche giorno sono assalito da domande sulle variazioni all’algoritmo di Facebook. Sono tanti ad essere preoccupati dall’annuncio di Mark Zuckerberg, del 12 gennaio, in cui afferma che darà “più spazio alle interazioni significative” riducendo la portata della promozione attraverso le pagine. Questo per non annoiare e infastidire gli utenti che devono trovare nella piattaforma un ambiente in cui coltivare le relazioni forti.
Premetto che non ho idea di cosa ci aspetti in termini di portata dei contenuti attraverso le pagine, ma francamente non sono per nulla preoccupato. Da sempre sono sostenitore dell’inbound marketing attraverso il blog, e anche se ora adotto una tecnica mista e non esclusivamente “blog centrica” come nel passato, la mia visione strategica rimane inalterata: investo su tutte le piattaforme più significative.
Chi opera nel mercato azionario sa bene che deve diversificare l’investimento, perché puntare su un’azienda sola lo espone al rischio di non poter gestire un’eventuale crollo del valore delle azioni. Allo stesso modo, investire su una singola piattaforma social espone alle fortune e ai cambi di direzione di questa. Correva l’anno 2013 quando da Google Plus arrivava una buona percentuale di visite al mio Blog. A distanza di pochi anni, anche se ho quasi 16.000 follower, da questa piattaforma non arriva più nessuno.
Con Facebook ho un rapporto di amore e odio. Lo amo per la facilità di arrivare ad un determinato pubblico a costi bassi, lo odio perché stimola le persone ad essere superficiali e mostrare il meglio o il peggio di loro, riducendo tutto ad una piazza di mercato in cui vince chi la spara più grossa. Le persone sono distratte, poco attente e i contenuti, per funzionare, devono essere leggeri o di impatto. Non è il luogo naturale in cui promuovere articoli del blog, analisi o contenuti articolati, perché, tranne in rare eccezioni, passano inosservati. Rimane comunque molto interessante per la promozione a pagamento. Le pagine portano traffico al blog se si riesce a dare ad un pubblico selezionato il giusto stimolo all’approfondimento.
I cambi di direzione nelle politiche di visibilità sulle varie piattaforme si limitano con la presenza in tutte quelle che permettono l’inserimento di un link. Da Twitter a Telegram, da Facebook a LinkedIn tutto è utile in un approccio olistico con cui portare visibilità al Blog (o, in alternativa, al canale YouTube per chi realizza video).
Il blog è ancora attuale, lo vedo dalla quantità di persone che mi contatta quotidianamente e che acquista i miei servizi attraverso esso. Sono sempre più convinto che dal blog passi una maggiore energia comunicativa. Chi arriva sul blog ti dedica la massima attenzione, non è distratto dalle decine di notifiche o dal continuo aggiornamento della news feed. Attirare le persone attraverso le ricerche e le condivisioni sui social è difficile, ma se guardiamo ai risultati in fatto di contatti, fiducia e buone percezioni erogate non lo cambierei con nessun post di Facebook da mille like.