Quali sono le aspettative delle persone che utilizzano i social network? Tra le risposte più comuni troviamo la possibilità di conversare con gli altri, ritrovare gli amici e informarsi attraverso quello che postano altri utenti e leggendo le pagine delle notizie.
La scoperta e la conoscenza sono due leve che muovono gli utenti che utilizzano questi strumenti?
Secondo i risultati di un recente studio di Proceedings of the National Academy of Sciences, pubblicato dal Telegraph, non è tanto la scoperta che muove le persone all’interno di queste piattaforme, ma la ricerca delle conferme alle proprie opinioni.
Lo studio, effettuato analizzando i dati di Facebook e condotto tra il 2010 e il 2014, arriva alla conclusione che i social funzionano come una cassa di risonanza in cui la gente cerca conferme alle proprie idee e condivide le cose che aiutano a rafforzare la propria visione del mondo.
“Gli utenti tendono a raggrupparsi in comunità di interesse, provocando il rafforzamento di pregiudizi, la conferma di idee, la segregazione e la polarizzazione”,
scrivono senza giri di parole i ricercatori. Gli effetti di questo comportamento spiegano il perché sia stato facile viralizzare alcune notizie evidentemente false e promozioni poco probabili, ma che fanno leva su credenze popolari che si percepiscono credibili. Questi contenuti insidiosi sono confortati e rafforzati dal passa parola degli amici con cui conversano con maggior frequenza.
Il marketing delle conferme
I social network rappresentano, per così dire, la rassicurazione e la riprova di quello in cui crediamo e di quello che ci piace pensare. La rete sociale è una conferma della nostra opinione personale. I consumatori amano alcune marche e diventano fanatici di queste. Confortati anche dalle amicizie che utilizzano il prodotto ritenuto prodigioso. Alcune grandi aziende di prodotti B2C hanno compreso da tempo questa dinamica. Nutrono le community e i gruppi di discussione attraverso la vicinanza ai membri più in vista e incentivano la partecipazione del singolo attraverso concorsi, promozioni e coinvolgendo il consumatore nello sviluppo dei prodotti.
In questo modo nascono gli evangelist. Ogni marca oggi è alla ricerca di questi preziosi elementi che sono talmente appassionati della marca da difenderla e supportare l’opinione generale nelle conversazioni. Questi stakeholder della positività infondono al gruppo la sensazione che non esistano prodotti migliori e marche qualitativamente superiori.
I ricercatori hanno spiegato con i dati che le idee comuni sono state condivise e rafforzate attraverso la rete. Ci sono gruppi che credono alle scie chimiche o che sono contrari alle vaccinazioni. Questi gruppi sono uniti tra loro e talmente orientati alla difesa delle loro convinzioni, da convincersi a vicenda di essere nel giusto. Applicare alle azienda e ai prodotti un clima così favorevole con una accezione totalmente positiva è complesso, ma è una strategia da ricercare e da perseguire impiegando le risorse necessarie.