Sono molti ad aver interpretato il Personal Branding come la continua e forzata promozione dell’immagine di se stessi. Creare il proprio “marchio” è facile, bastano un bravo fotografo, un nome arricchito da una buona biografia e a quel punto inizia una attività contenutistica tutta rivolta alla diffusione del proprio “marchio”. Selfie, autocitazioni e la narrazione continua della propria vita di “successo”. Ma questo non è fare Personal Branding!
La marca si differenza dal marchio per i valori intangibili trasmessi e per la percezione di affidabilità, sicurezza e professionalità che l’accompagnano. Avere una comunicazione tutta rivolta verso il marchio, ovvero verso il proprio nome e la propria faccia non porta valore, ma solo una vaga diffusione non gestita, in balia delle impressioni personali del pubblico che, non essendo governate dai contenuti, rischiano di trasmettere percezioni errate o negative.
Oggi più che mai dobbiamo smettere di essere un marchio per diventare una marca unica, circondata da elementi percepiti e di cui tentare la gestione attraverso la comunicazione che ci riguarda.
Dalla “Unique selling proposition” alla “Experience selling proposition”
Come racconta questo articolo, il branding ha avuto un’evoluzione nel corso degli anni e si è adattato alle necessità di chi ne fruisce: le persone.
Se negli anni ’50 la Unique selling proposition (USP) era un valido motivo per l’acquisto da parte del pubblico che di un prodotto recepiva il valore specifico attraverso le caratteristiche evidenziate, oggi, questo non basta più. Esattamente come un prodotto, anche se hai un’immagine convincente e comunichi correttamente professionalità e affidabilità potrebbe essere necessario un elemento ulteriore per far scattare nell’interlocutore il credito. Senza scomodare i libri di marketing, l’experience è, da sempre, una caratteristica dell’essere umano. Conta quanto la qualità dei prodotti o dei servizi, ma molti se ne dimenticano e immaginano che basti una landing page per vendere o un profilo LinkedIn per farsi assumere. Come le aziende hanno compreso l’urgenza di passare dalla USP alla Experience selling proposition (XPS), va ribadito ai molti che non l’hanno compreso, che per il proprio Brand personale è indispensabile coltivare un clima di fiducia e di affidabilità attraverso relazioni e ottime impressioni.
I contenuti gestiscono le percezioni. Non creerete una “marca” a forza di selfie e chiacchiere da Bar, ma costruendo valore attraverso la condivisione di informazioni utili. Se a questo aggiungete l’assistenza e la presenza con lo scambio di battute e ringraziando chi riconosce il vostro valore, creerete qualcosa di unico che pochi sanno produrre: una vera Marca e non uno stupido Marchio.