Proprio ieri ho avuto una conversazione telefonica con un manager di una grossa casa editrice milanese, sono stato segnalato da un conoscente che ha omesso di raccontare chi sono e cosa faccio. Durante il colloquio telefonico di una decina di minuti, l’interlocutore, mi ha fatto alcune semplici richieste per cui non servivano grosse competenze, ma ho avvertito una chiara diffidenza sulle mie capacità, ha chiesto più volte se fossi in grado di realizzarlo mostrando un mal celato scetticismo. Divertito, non ho detto nulla su me, la mia azienda, i miei progetti attuali e passati oppure alcuni nomi di clienti altisonanti per tranquillizzarlo. Ho voluto testare quanto potessi essere convincente senza esporre la merce sul bancone, ma solo dichiarando la mia competenza e raccontando come avrei realizzato il semplicissimo e poco remunerato, compito.
La telefonata si è conclusa con la promessa che in serata mi avrebbe inviato via mail il materiale per formulare un preventivo e alcune linee guida. Ad ora la mail non è ancora arrivata.
Il lavoro è stato sicuramente perso, poco male, si trattava di un piccolissimo guadagno a fronte di un piccolissimo sforzo. Ma la cosa mi ha fatto riflettere su quanto conti la nostra aura di professionalità in questo mondo: generalmente i clienti arrivano tramite questo sito, quello di Rudy e quello di NetPropaganda oppure avvalendosi un potente passa parola in cui è chiaro al potenziale cliente con chi ha a che fare. Attraverso questo percorso il cliente non ha dubbi sulle capacità e si passa direttamente a discutere di tempi di realizzazione, costi e fattibilità.
La situazione vista sopra mi ha fatto ringiovanire. Dieci anni fa, quando realizzavo siti web, era una consuetudine vincere il muro della diffidenza al primo colloquio con un potenziale cliente che non sapeva chi fossi, ora è tutto più semplice. Il blog ogni giorno riesce a far percepire quale sia il mio valore, ed è questo il senso dello strumento. La stessa cosa non la si può realizzare in maniera ugualmente efficace con Facebook, Twitter e LinkedIn, essere trovati fa la differenza.