Negli ultimi sei mesi, ho visitato molte aziende e sono entrato nella loro operatività. Ho toccato con mano pregi e difetti della comunicazione di imprese di medie dimensioni. Sono entrato per fare consulenza e formazione e sono uscito cambiato, trasformato. Alcune mie certezze si sono trasformate in interrogativi. Ho toccato con mano quanto sia complessa la pratica di comunicare ad un pubblico in modo tale che possa recepire l’idea, capire l’esigenza e ottenere uno stimolo che lo porti ad acquistare un determinato prodotto o servizio.
Ho scoperto che, quando si fa consulenza in aziende che operano già nella comunicazione digitale della quale hanno compreso appieno le opportunità, ci si può trovare di fronte a situazioni sempre diverse nelle quali si insegna o si impara qualcosa. Avete letto bene. Capita, a volte, che entro per insegnare e, quando esco, sono io ad avere imparato più che insegnato. Questo accade raramente quando ho a che fare con un professionista che abbia seguito corsi, master, o letto libri e blog di settore. Chi opera in questo settore, ha una “cultura” mainstream. Per dirla in modo più comprensibile, la cultura di chi segue una corrente sostenuta da una direzione dettata dagli opinion leader di settore. Quando ho a che fare con un professionista formato sui canali classici della formazione è tutto più semplice. Riesco nella quasi totalità dei casi a dare informazioni aggiuntive e che non aveva già valutato e studiato.
Esistono anche casi diversi, quelli in cui la figura preposta in azienda, ha seguito metodi e logiche completamente diverse. Ha compreso bene come ragiona la sua clientela e ha trovato metodi nuovi ed efficaci per comunicare e attirare a sé il cliente con tecniche e logiche che non avevo previsto né tanto meno valutato. Queste schegge impazzite del marketing digitale possono essere la stagista 18enne, l’anziano direttore vendite o un capo magazziniere a cui sia stato assegnato il compito di provare a fare qualcosa per la comunicazione aziendale. Queste persone talentuose, dotate di pensiero laterale, hanno interpretato gli strumenti attraverso logiche diverse da quelle che riteniamo convenzionali. Anche se non sanno tutto quello che so io sull’argomento, riescono a stupirmi così tanto da indurmi ad ascoltare con grande attenzione per imparare. Ci sono persone che vendono in Cina attraverso app che non ho mai sentito nominare, alcuni che usano LinkedIn in maniera poco ortodossa, ma con grandissimi risultati e altri che hanno capito talmente bene come ragionano i loro clienti, da riuscire, con un migliaio di euro speso su Facebook, a vendere 50 prodotti ad alto margine.
Libri, corsi e blog sono utili per imparare questo mestiere. Valutate però che esiste la possibilità di ottenere molto anche attraverso l’esplorazione di metodi alternativi. L’intelligenza e la curiosità sono qualità alla base di qualunque attività umana, ma trovano nel digital marketing uno dei terreni più fertili per il loro impiego.